Una soluzione alternativa a quella militare è possibile ridando “potere” alle Nazioni Unite e riducendo quello della Nato. Solo l’Onu può smilitarizzare i corridoi umanitari e congelare l’invasione sul campo

Non esiste soluzione militare alla guerra in Ucraina. L’unica soluzione militare plausibile sarebbe l’intervento della Nato e la generalizzazione della guerra ai Paesi confinanti, con il rischio, praticamente una certezza, di una devastante guerra nucleare. Più ci si infila dentro questo cul de sac più si alzano i decibel della propaganda bellicista. C’è una chiamata alle armi dei cervelli, che non devono più pensare alle responsabilità, all’incredibile sequenza di errori ed orrori che ha portato a questo esito catastrofico. Chiunque prova a ragionare è additato di collusione con il nemico e accusato di essere equidistante tra aggredito ed aggressore. Eppure sta a noi costruttori di pace, in Russia come in Italia, rompere questa spirale, in cui l’intelligenza è sostituita dalla propaganda e provare a dare una alternativa alla guerra. La nostra idea di “neutralità attiva” non significa stare con le mani in mano, attendere che gli eventi avvengano, non prendere parte dentro le controversie. Ma la nostra parte sono sempre stati i popoli, coloro che la guerra la subiscono, gli sfollati, le vedove, gli orfani, insomma l’umanità che si vorrebbe silenziata sotto il fragore delle bombe e della isteria bellica.

Intanto alla propaganda di guerra contrapponiamo alcune semplici domande.

Partiamo dall’invio delle armi all’Ucraina deciso dal nostro Governo e da quelli della Ue: sono in grado di ribaltare i rapporti di forza tra aggredito e aggressore? Nessun generale o esperto di Difesa vi dirà che questo invio di armi cambierà la situazione: troppo sproporzionate sono le forze militari in campo. L’unica soluzione militare possibile è un intervento della Nato a guida Usa, ma è una ipotesi talmente da brividi che sono proprio i vertici politico/militari ad escluderla come dimostra il niet alla richiesta ucraina di una no fly zone.

Chi fa articoli e post patriottici e bellicisti dalle sue calde case in occidente è disponibile a rischiare la vita dei suoi ragazzi e a mettere lo stivale sul terreno? Mandare armi agli ucraini avrebbe senso solo in questo caso, come avvenne in Italia ed in Francia nella seconda guerra mondiale quando britannici e statunitensi lanciarono armi per i partigiani che indebolivano così il nemico nelle retrovie e facilitavano il loro lavoro di liberazione sul fronte militare. Possiamo dire che il “vi armiamo ma crepate voi” senza che a questa segua un intervento diretto della Nato non è solo un poco ipocrita, ma anche vigliacco nei confronti del popolo ucraino?

Questa è la questione che abbiamo davanti, è la domanda che noi giornalisti dobbiamo proporre alle nostre opinioni pubbliche: se scegliamo la soluzione militare dobbiamo entrare in guerra a fianco dell’Ucraina. Siete disponibili? Il resto è tutta ipocrisia.

Ma se la soluzione militare è impossibile sono impossibili altre soluzioni?

Tornare all’Onu per esempio, che…

 

* L’autore: Alfio Nicotra è presidente della ong Un ponte per, associazione per la solidarietà internazionale


L’articolo prosegue su Left dell’11-17 marzo 2022 

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