Dal sostegno alle vittime di abusi di potere compiuti dalle forze di polizia all’impegno per il testamento biologico, l’associazione A buon diritto dal 2001 si occupa della garanzia e della tutela dei diritti civili, sociali e politici. Parla il fondatore e presidente

Nell’ottobre 2001 nasceva A buon diritto onlus, che si (pre) occupa di garantire e tutelare i diritti civili, sociali e politici e le libertà fondamentali della persona. Ricordiamo tutti le battaglie contro gli abusi a opera delle forze di polizia e degli operatori pubblici in occasione di operazioni di fermo, arresto e trattamento sanitario obbligatorio. Solo per fare alcuni nomi, l’associazione è stata accanto alle famiglie di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini, Giuseppe Uva, Michele Ferrulli, Dino Budroni e altri. A vent’anni e qualche mese da quella data il fondatore e presidente Luigi Manconi, sociologo dei fenomeni politici, già presidente della Commissione diritti umani del Senato, ha deciso di celebrare il traguardo con un evento, il 26 marzo, al MAXXI, insieme a Alessandro Bergonzoni, Ascanio Celestini, Valentina Carnelutti, Caterina Corbi, Valerio Mastandrea, Andrea Satta, David Riondino, Ilaria Cucchi, Mimmo Lucano, Sergio Staino e molti altri.

Luigi Manconi, come e perché nasce A buon diritto?
Nel 2001 si è conclusa la mia prima esperienza parlamentare, iniziata nel 1994. Ero stato senatore indipendente tra i Verdi e in maniera imprevedibile ne ero stato eletto portavoce nazionale. Dopo la sconfitta alle Europee nel 1999, mi dimisi da portavoce, ma rimasi nel partito ecologista fino al termine della legislatura. Allora cominciai a pensare che le tematiche alle quali mi dedicavo dovessero ritrovarsi in un contenitore grande, all’interno di una dimensione ampia dell’organizzazione politica. Non avendo, tuttavia, un partito di massa cui far riferimento decisi che quelle questioni avrebbero potuto rappresentare il programma di una associazione. All’inizio pensavo che il nome potesse essere “Battaglie perse” ma giustamente mi fecero notare che era una formula troppo snob e autoironica e non adeguata a un’associazione che voleva perseguire obiettivi e ottenere risultati. E allora la chiamammo A buon diritto – associazione per le libertà, promossa insieme a un gruppo di persone tra le quali Laura Balbo, Luigi Ciotti, Giovanni Conso, Antonio Martino, Eligio Resta e Umberto Veronesi.

La declinazione al plurale rappresenta(va) i vari ambiti di intervento dell’associazione, immagino.
Esatto. Abbiamo iniziato a operare in quegli ambiti in cui i diritti vengono o non riconosciuti o non applicati. Partivamo da un assunto politico-teorico al quale sono rimasto sempre fedele: l’idea che una delle tragedie della sinistra sia stata, in particolare nell’ultimo mezzo secolo, la contrapposizione tra diritti sociali e diritti individuali. Tale contrapposizione ha una origine storica che ben si comprende. La sinistra, il movimento operaio, le forze del progresso nascono in una situazione dove tutti i…


L’inchiesta prosegue su Left del 25 marzo 2022 

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