Agricoltori in difficoltà per il caro petrolio e l’aumento dei prezzi delle materie prime, allevatori senza mangimi. Nel Mezzogiorno, dove una famiglia su dieci è in povertà assoluta, si pagano più che altrove le conseguenze della guerra. E il governo? Aumenta le spese militari

Con la guerra in corso in Ucraina assistiamo ad aumenti di prezzi generalizzati che colpiscono tutti i cittadini italiani, a partire da quelli del Mezzogiorno dove addirittura il 10% delle famiglie e oltre il 12% degli individui si trovano già oggi in condizione di povertà assoluta, da dati Istat di inizio marzo 2022. Coldiretti ha lanciato un allarme nazionale sul picco di furti di cibo nei supermercati, richiamando il rischio alimentare per 5,6 milioni di cittadini italiani che si trovano in povertà assoluta. Si tratta di persone che per effetto dei rincari non riescono più a garantirsi un pasto adeguato, ma questo è solo la punta dell’iceberg di un disagio diffuso. Nello stesso tempo l’Onu ha lanciato l’allarme di carestia mondiale nel caso si prolungasse la guerra. Con questa situazione, invece di pensare ai cittadini che vivono difficoltà sempre maggiori in tutto il Paese, il governo aumenta al 2% del Pil il budget per la spesa militare e il senatore Ignazio La Russa (Fdi) non ha trovato di meglio che proporre di sostenere questo aumento «usando una quota del reddito di cittadinanza».

Il Mezzogiorno vedrà così la povertà crescere inevitabilmente, come accade da anni, mentre con l’acquisto di armi si arricchisce, anche in…

L’autore: Natale Cuccurese è presidente del Partito del Sud

L’articolo prosegue su Left dell’8-14 aprile 2022 

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