Parte dei soldi del Pnrr per la ripartenza post-Covid verranno impiegati per realizzare una base militare dentro un’area paesaggistica protetta vicino Pisa. Con un escamotage il governo Draghi ha aggirato i vincoli ambientali. Le contromosse delle comunità locali

Sferzati dal vento, danno continua prova di “resistenza” i pini secolari del Parco regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, in Toscana vicino Pisa. Ma ora rischiano di capitolare per lasciare il campo, in questi oscuri tempi di guerra, a una nuova base militare per il I reggimento dei carabinieri paracadutisti “Tuscania” e quello del Centro cinofili.
Una maxi colata di cemento di 445mila metri cubi sta per abbattersi su un vasto appezzamento agricolo nell’area protetta a Coltano, frazione di 400 anime alle porte di Pisa, finita al centro di un polverone politico dai risvolti sempre più ampi anche per il movimento pacifista, che proprio da qui guarda al prossimo 2 giugno per una manifestazione nazionale. Il borgo, che vanta una villa medicea e la celebre stazione radio di Guglielmo Marconi, oggi in rovina, è da sempre inserito in un contesto agricolo. Unica eccezione un piccolo edificio militare fatiscente, il “centro radar” usato un tempo dalle truppe americane, oggi al centro degli interessi dei due corpi di Carabinieri.

Giustificandola con il bollino della «difesa nazionale» con un decreto del 14 gennaio 2022, cioè ben prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il governo Draghi ha stabilito che quel casotto di guardia si dovesse trasformare in una vera cittadella militare da 73 ettari dal costo per il contribuente di da 190milioni di euro. L’opera è finita in Gazzetta ufficiale a marzo e dovrebbe essere finanziata con i fondi del Pnrr, quelli della ripartenza post pandemia, controfirmata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini (Pd).

Tutto è iniziato in sordina…

L’inchiesta prosegue su Left del 6 maggio 2022 

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