Il mix tra climate change, pandemia e guerra ha provocato crisi economiche e alimentari con effetti devastanti sulla salute delle persone nelle aree più vulnerabili del mondo. Le sette maggiori economie non possono più permettersi di girarsi dall’altra parte. Ecco l’analisi di due delegate dell’Y7, il “summit parallelo” dei giovani dei Paesi più industrializzati

Le attuali crisi stanno producendo effetti molto severi sulla sicurezza alimentare, tema che interessa numerose zone del mondo, ma che si manifesta soprattutto nei Paesi africani. L’accesso sicuro al cibo è un bisogno fondamentale per la sopravvivenza delle persone e precondizione per sfruttare al meglio le opportunità della loro vita. Le crisi convergenti del cambiamento climatico, dei conflitti e della pandemia, con conseguenti crisi economiche e alimentari hanno effetti devastanti sulla salute delle persone, soprattutto di quelle che vivono nelle aree più vulnerabili. Il numero di persone che soffrono la fame estrema in Kenya, Somalia ed Etiopia è più che raddoppiato rispetto all’anno scorso, passando da 10 milioni agli attuali 23 milioni. Il gruppo dei delegati Youth7 ha avuto la fortuna di vedere la partecipazione di rappresentanti di Paesi e organizzazioni diversi dai soli membri del G7, in particolare l’Ue, il Senegal, l’Indonesia, il Sudafrica e l’Ucraina. In vista del vertice del G7, i giovani rappresentanti hanno colto l’occasione per discutere di soluzioni immediate e strutturali alla crisi alimentare globale.

La guerra in…

(In collaborazione con Alessio Laconi)

 

L’articolo prosegue su Left del 10 giugno 2022 

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