L’Italia è una meta solo temporanea per almeno il 70% dei migranti, una delle ultime tappe prima dell’arrivo in altri Paesi europei. Ma per riuscire a oltrepassare il nostro confine «bisogna rendersi invisibili». Il racconto di chi ce l’ha fatta

«Ho camminato per tre giorni senza sapere dove andare, poi ho finalmente raggiunto Roma». Masi è solo, è notte e non ha idea di dove si trovi quando scende dal camion dove si è nascosto. Sa solo di essere arrivato in Italia dopo quasi venti ore di viaggio nella stiva di un traghetto partito da Patrasso, in Grecia. Masi ha 19 anni e sono ormai tre anni che ha lasciato la sua città d’origine, Kabul. «Appena arrivato in Italia, ero felice. Però, quando sono uscito dal camion ho dovuto ricominciare a viaggiare. Mi sentivo morire, solo e infreddolito». È sporco di fuliggine, rischia di attirare l’attenzione. Ma Masi ha la famiglia in Inghilterra e vuole lasciare l’Italia il più velocemente possibile. Inosservato. E da invisibile arriva fino a Londra nel novembre 2021 ma sembra ancora affaticato mentre oggi, a distanza di oltre 8 mesi, rievoca le notti passate in strada in Italia. Mentre parliamo su Skype mi dice di avere i brividi nonostante la temperatura estiva, gli stessi brividi provati – ma quella volta per il freddo – quando arrivò a Roma in autunno inoltrato. «Diluviava – dice – e passai la mia prima notte sotto la pioggia».

Sono tantissimi gli invisibili che arrivano in Italia per dirigersi subito verso il confine francese o svizzero. Secondo le principali organizzazioni il nostro Paese è una meta temporanea per almeno il 70% delle persone migranti. In pratica è una delle ultime tappe prima dell’arrivo definitivo. Eppure, negli insediamenti informali lungo la Rotta balcanica l’Italia risuona come una parola mitologica nei discorsi dei migranti di diverse nazionalità. «Ora che è estate qui a Trieste arrivano attraverso la Rotta balcanica, passando per Serbia e Bosnia, almeno 20/30 persone al giorno» dice Nicola Franchini dell’associazione Linea d’ombra. Italia: la meta sognata anche da chi, da Patrasso o Igoumenitsa, si nasconde nei traghetti per Bari, Ancona o Venezia. Italia, il luogo sicuro dopo giorni di viaggio su un gommone dalla Turchia.

«Non arriverò mai in Italia. Pensavo a questo e piangevo tra le onde che entravano nel gommone e la paura». E invece, dopo cinque notti in mezzo al…

L’intervista prosegue su Left del 15-21 luglio 2022 

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