Lives black matters. Ci siamo mobilitati tutti nel 2020 per George Floyd ucciso senza pietà da un agente di polizia a Minneapolis, che lo aveva soffocato con un ginocchio sul collo. Nonostante Floyd gridasse «non posso respirare», nessuno è intervenuto. Sappiamo di lui per un video, tragico, che è diventato virale e ha suscitato indignazione internazionale. Un crimine inaccettabile, che negli Stati Uniti purtroppo non è raro: uccisioni simili si susseguono oltreoceano, dove il pregiudizio razzista è strutturale, è istituzionale, intrinseco alle forze di polizia. Ne abbiamo scritto molto su Left.
Ma anche da noi in Italia non è poi così diverso. Pochi giorni fa Alika Ogochukwu, 39 anni, è stato ucciso sulla pubblica piazza di Civitanova Marche senza che nessuno, di fatto, intervenisse. Per quattro interminabili minuti l’aggressore lo ha colpito con la stampella di Aika che era disabile e poi l’ha finito a mani nude.
I media in un primo momento hanno parlato di apprezzamenti di Alika rivolti alla ragazza dell’aggressore, alimentando l’idea razzista che “i neri vengono qua e si prendono le nostre donne”, come tante volte hanno scritto i quotidiani di destra.
Più probabilmente Alika si era avvicinato al suo killer come venditore ambulante e lui l’avrebbe ucciso per futili motivi, perché “insistente”. «Una reazione abnorme» ha detto il capo della Mobile di Macerata Matteo Luconi che sta conducendo le indagini coordinate dal procuratore Claudio Rastrelli. L’aggressore – emerge ora – aveva problemi psichiatrici e giustamente i familiari di Alika attraverso il loro legale si chiedono: «Se aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché non era vigilato?». Cercheremo di capire perché. Ma ci chiediamo anche se un determinato clima “culturale” possa contribuire a slatentizzare gravi patologie di singoli individui.
Siamo nelle Marche oggi governate da Fratelli d’Italia. La propaganda delle destre contro gli immigrati potrebbe aver armato la mano di uno squilibrato? Se così fosse non sarebbe la prima volta che accade, purtroppo.
A Fermo, nel 2016, ricordiamo il caso del nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi, ammazzato di botte perché aveva osato difendere la compagna apostrofata come “scimmia”.
A Macerata, nel 2018, l’esponente della Lega Luca Traini, simpatizzante di Forza Nuova, aveva sparato su cittadini marchigiani dalla pelle nera ferendone 6.
Anni di fomentazione dell’odio verso gli stranieri, di decreti sicurezza firmati da Salvini, “giustificati” da invasioni inesistenti, di pregiudizio razziale, di proclami di Meloni che invoca blocchi navali contro i migranti. Ne abbiamo raccolto tragicamente i frutti. Nelle Marche, Regione a guida Fratelli d’Italia, la vita di un uomo nero vale zero, al massimo un video con il cellulare. Se l’uomo nero è per giunta disabile come Alika Ogochukwu, e chiede l’elemosina, viene preso a botte come se fosse un oggetto, fino alla morte, come se non fosse un essere umano.
Quel che colpisce di più al fondo non è solo la violenza di chi l’ha colpito, ma l’indifferenza generale dei più che non hanno reagito, se non girando un video, scattando una foto. Mi si dice giustamente, è normale aver paura. Certamente è così. Ma così come non può capitare a tutti gli esseri umani di uccidere. Non capita a tutti gli esseri umani di non reagire di fronte a una violenza, di fronte a 4 lunghissimi minuti durante i quali si poteva agire, eccome. Era uno bianco, violento, contro un uomo nero, disabile steso a terra inerme. Tocca un tasto doloroso e di verità Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, quando scrive su Twitter: «Nella mente degli spettatori cineoperatori, nessuno dei quali intervenuto, pronta la giustificazione: Qualcosa avrà fatto. Appunto, perché nero».
Il razzismo strutturale, sistematico, è ben presente in Italia dove la destra fascistoide rischia di tornare al governo, rafforzando e giustificando questa tendenza, che già in passato ha prodotto eventi drammatici. Non solo nelle Regioni a guida leghista ma anche in Regioni a guida di centrosinistra come la Toscana dove la Lega e Fratelli d’Italia, strizzando l’occhio a forze di estrema destra come Foza Nuova e Casa Pound, si sono infiltrati nei quartieri: come non ricordare lo scioccante eccidio a Firenze di due cittadini senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, avvenuto in piazza Dalmazia nel 2011 per mano dell’estremista di destra Gianluca Casseri? Come non ricordare Idy Diene, l’ambulante senegalese ucciso nel 2018 da Roberto Pirrone con sei colpi di pistola sul ponte Vespucci, sempre nella “pacifica” Firenze, dove il sindaco si preoccupò solo delle fioriere divelte, del decoro urbano scompigliato dalla comunità senegalese giustamente in rivolta?