45 anni di carcere: è l’ultima scioccante sentenza pronunciata contro Nourah al-Qahtani per alcuni post non graditi al regime pubblicati sui social in Arabia Saudita.
Secondo un documento del tribunale e le informazioni ottenute dal sito Dawn, la Divisione d’Appello della Corte penale specializzata ha emesso la sentenza contro al-Qahtani ad agosto, probabilmente nell’ultima settimana, per aver «spezzato il tessuto sociale nel Regno» criticando i governanti sauditi, e per «produzione e conservazione di materiali che incidono sull’ordine pubblico e sui valori religiosi».
«Solo poche settimane dopo la scioccante condanna a 34 anni di Salma al-Shehab di questo mese, la condanna a 45 anni di Nourah al-Qahtani mostra quanto le autorità saudite si sentano legittimate nel punire anche le critiche più lievi dei suoi cittadini», ha affermato Abdullah Alaoudh, esponente dell’organizzazione per i diritti umani Democracy for the Arab World Now (Dawn), fondata dal giornalista saudita Jamal Khashoggi, quello ucciso e fatto a pezzi nell’ambasciata saudita di Istanbul per le sue posizioni anti regime.
Qualche giorno fa era stata condannata a 34 anni Salma al-Shehab. La sua colpa? Aver aperto un profilo Twitter e avere ritwittato i messaggi di alcuni dissidenti. Salma al-Shehab studiava all’Università di Leeds ed è stata arrestata durante una vacanza nel suo Paese. Esattamente come Patrick Zaki. La donna era stata condannata a tre anni di carcere per il “reato” di utilizzo di un sito Internet finalizzato a «causare disordini pubblici e destabilizzare la sicurezza civile e nazionale», poi una corte d’appello ha emesso la nuova condanna a 34 anni di carcere per altri presunti crimini.
Quindi? Come va questo nuovo rinascimento?
Buon mercoledì.
Nella foto: una ciclista davanti al manifesto con il ritratto del principe Bin Salman