Nei giorni scorsi a tutte le scuole d’Italia è arrivata una lezione sul comunismo. Solo che l’insegnante in questo caso si è dimostrato piuttosto ignorante. Non ci sarebbe nulla di male se la firma sotto quella lettera non fosse quella del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara che ha sfruttato l’occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino per profondere propaganda: «La caduta del Muro, – scrive Valditara – se pure non segna la fine del comunismo – al quale continua a richiamarsi ancora oggi, fra gli altri paesi, la Repubblica Popolare Cinese – ne dimostra tuttavia l’esito drammaticamente fallimentare e ne determina l’espulsione dal Vecchio Continente. Il comunismo è stato – scrive Valditara- uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo, nei diversi tempi e luoghi ha assunto forme anche profondamente differenti, e minimizzarne o banalizzarne l’immenso impatto storico sarebbe un grave errore intellettuale. Nasce come una grande utopia: il sogno di una rivoluzione radicale che sradichi l’umanità dai suoi limiti storici e la proietti verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità assolute e perfette. Che la proietti, insomma, verso il paradiso in terra. Ma là dove prevale si converte inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte».
Per concludere la lettera – inviata ai dirigenti di ogni istituto e pubblicata sul sito del ministero il ministro usa queste parole: «Il crollo del Muro di Berlino segna il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria. E non può che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia. Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno com’è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l’unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile. Per tutto questo il Parlamento italiano ha istituito il 9 novembre la “Giornata della libertà”. Su tutto questo io vi invito a riflettere e a discutere».
Come sottolinea giustamente il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo ieri era anche la giornata dell’Onu contro il fascismo e l’antisemitismo, in ricordo della Notte dei Cristalli ma evidentemente il ministro se n’è dimenticato. Intervistato da Daniela Preziosi su Domani Pagliarulo spiega: «Non convince l’invettiva contro il comunismo. Il comunismo – scrive il ministro – come “la via verso il paradiso in terra che si lastrica di milioni di cadaveri”. È come se io dicessi, per esempio, che la via del liberalismo, e più in generale, del capitalismo, è lastricata da milioni di cadaveri. Dei Paesi colonizzati. Delle guerre imperialiste. Dei morti sul lavoro. Per non parlare, appunto, dei nazisti e dei fascisti, come se non ci fosse mai stata la Shoah e la Seconda guerra mondiale. Le parole del ministro sono un modo scorretto e unilaterale per affrontare errori ed orrori del cosiddetto socialismo reale, che ci sono stati e meriterebbero ben altra e più obiettiva e imparziale riflessione. Si ignora inoltre, visto che il professor Valditara è ministro della Repubblica italiana, il ruolo determinante nel Pci nella Resistenza, nella conquista della democrazia, nella stesura della Costituzione, nella ricostruzione di un Paese semidistrutto dalla guerra nazifascista. Inoltre si deborda dalla legge che non parla di comunismo, ma di totalitarismo. Più in generale si dimentica il contributo di sangue che i comunisti di tutta Europa hanno versato per liberare i popoli dal nazifascismo. Infine ricordo che la Costituzione è dichiaratamente antifascista e non anticomunista, come il ministro. Questa lettera è soltanto un dotto manifesto anticomunista di estrema destra, una vecchia cosa, un armamentario del revisionismo storico. Ma ciò che preoccupa maggiormente è la lettera in sé, perché diventa elemento formativo verso gli studenti. Nella misura delle sue rimozioni e della sua tendenziosità, diventa elemento de-formativo».
Una lettera da vero Minculpop. Il ministero del merito diventa anche quello della propaganda. E intanto un’altra giornata politica è scivolata sulle bizze di un membro di governo che non è riuscito a trattenere la propria natura. Sullo sfondo ci sarebbero anche di problemi da risolvere. Ma quando affioreranno in tutta la loro gravità, vedrete, ci sarà sempre qualche migrante da usare come arma di distrazione. Propaganda e distrazione: la politica postfascista è anche nei metodi, oltre che nelle parole.
Buon giovedì.