«Princìpi e condotte che violano la dignità della persona» sono strutturali e hanno origine sin dalla formazione dei nuovi adepti osserva il coordinamento #Ict nel puntare il dito contro la “Settimana di Studio sull’accompagnamento spirituale nei movimenti e nuove comunità” organizzata dalla prelatura fondata da Josemaría Escrivá

Un’operazione di facciata che aggrava il sistema degli abusi di potere e psicologici all’interno dell’Opus dei. Così il coordinamento #ItalyChurchToo (di cui Left fa parte) definisce la “Settimana di Studio sull’accompagnamento spirituale nei movimenti e nuove comunità” organizzata dalla Pontificia Università della Santa Croce dal 30 gennaio al 3 febbraio. “Aiutare la crescita umana e soprannaturale” è il sottotitolo e l’evento è promosso e governato dalla Prelatura della Santa Croce (Pusc) e Opus dei, a cui è affidato l’indirizzo e la pianificazione delle attività formative accademiche.

#ItalyChurchToo (#Ict) spiega in una nota i motivi della sua denuncia. Ricordando i primis che sono numerosi i casi di abuso di potere, abuso di coscienza e abuso spirituale emersi all’interno della Prelatura, a carico di chierici e di laici celibi con incarichi di formazione e di governo (numerari e aggregati). Dalle testimonianze dei sopravvissuti – si legge nella nota – emerge che sono la stessa struttura organizzativa e il contenuto della formazione, unite a una prassi consolidata, il veicolo di una cultura abusante, che si concreta in princìpi e condotte che violano la dignità della persona (si consiglia a tal proposito la lettura del libro di Emanuela Provera Dentro l’opus dei. Come funziona la milizia di Dio, Chiarelettere). 

#Ict ricorda inoltre che molti dei casi di abuso sono stati già denunciati alle autorità ecclesiastiche e/o alle autorità civili, e i procedimenti relativi si sono conclusi con una condanna o sono ancora in corso di causa (cfr. denuncia della prelatura dell’Opus Dei da parte di 43 numerarie ausiliari davanti al Vaticano e alla Congregazione per la dottrina della fede, settembre 2021), mentre molti altri sono stati oggetto di una denuncia “interna”, dinanzi alle autorità interne della prelatura, quali i vicari regionali o delle circoscrizioni territoriali, se non direttamente dinanzi al prelato o al suo vicario ausiliare.

Le vittime di questi abusi – denuncia Ict – sono rimasti sostanzialmente privi di ascolto o, dopo essere stati sentiti solo formalmente, non hanno ottenuto alcuna risposta, abbandonati e rifiutati dall’istituzione al punto da essere indotti a lasciarla, spesso perdendo la fede, l’orientamento vitale e in molti casi giungendo alla malattia mentale e al suicidio; inoltre le stesse autorità a cui le vittime si sono rivolte hanno esercitato in questo modo un ulteriore abuso di potere e di coscienza, forzando un’interpretazione dei fatti accaduti sempre volta a scagionare i colpevoli degli atti abusanti e, in fin dei conti, l’istituzione stessa. Non si può ritenere che si tratti di casi singoli e isolati o sporadici, ma di un abuso sistematico e sistemico, chiosa #Ict.

L’Opus dei – prosegue la nota di denuncia – si è da sempre riferita al rapporto tra chierico e laico, o tra laico in posizione di autorità e laico comune, non con il termine “accompagnamento” ma “direzione spirituale”, ritenendo quest’ultima un suo carisma peculiare. In questa è evidente il carattere asimmetrico della relazione e l’autorità in capo a chi la dirige, con conseguente soggezione del destinatario  – che non può nemmeno scegliere il proprio “direttore spirituale”, ma solo subire la scelta imposta dal governo come espressione della volontà di Dio – in un ambito in cui la libertà della persona dovrebbe essere sacra. Anche all’interno dei movimenti e delle comunità che parlano di “accompagnamento”, si sono verificati ugualmente gravi abusi perché l’espressione citata è stata nella pratica completamente svuotata di significato.

È questo il caso del Movimento dei focolari, dove l’accompagnamento disegnato da Chiara Lubich prevede la violazione della coscienza e della libertà della persona attraverso il controllo dell’autorità spirituale laica nel “colloquio privato” (v. articolo su Left “Focolarini, la fabbrica del plagio”. A tal proposito, uno degli argomenti in discussione all’evento riguarda la “distinzione di ruoli fra autorità e accompagnamento spirituale”. È risaputo, per chi ha esperienza della prassi della prelatura e delle comunità simili, che la distinzione non esiste nella vita concreta dei membri di queste organizzazioni. Un chierico  (o il laico incaricato) ha contemporaneamente un ruolo di governo nell’ambito di una circoscrizione e un ruolo di direttore spirituale verso i fedeli della stessa circoscrizione. Ciò che accade normalmente è che ogni membro è tenuto a condividere la sua intimità con il direttore spirituale e che le informazioni che dà sono usate dal governo per esercitare il controllo sui fedeli. 

Ict osserva che alla “Settimana di studio” sono stati invitati, in qualità di esperti dell’“accompagnamento spirituale”, rappresentanti di movimenti recentemente oggetto di commissariamento da parte del Vaticano a motivo della confusione tra foro interno e foro esterno, e che sono tuttora sotto osservazione. È evidente che, per risolvere i casi di abuso e violenza nella Chiesa cattolica, è necessario un organismo terzo. Invece il quadro attuale presenta iniziative sugli abusi organizzate dagli stessi responsabili degli abusi. Se ne prende atto con rinnovato scandalo. Tutto quanto rappresentato si svolge alla presenza e con il plauso del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, nella persona del card. Kevin Joseph Farrell. Ciò significa inequivocabilmente che il Dicastero giustifica l’abuso di potere e coloro che l’hanno esercitato.

Alla luce di questi fatti, il coordinamento #ItalyChurchToo intende evidenziare e sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica che la settimana di studio in questione è semplicemente finalizzata a una mera operazione di facciata a beneficio dell’immagine esterna della prelatura e delle realtà a essa assimilabili, con la complicità delle autorità ecclesiastiche che vi partecipano, già sollecitate senza successo dalle vittime a intervenire per la giustizia, e quindi ben consapevoli degli abusi perpetrati all’interno. 

#ItalyChurchToo si fa portavoce dell’indignazione e dell’ulteriore dolore provocato alle vittime da operazioni di questo genere, che non fanno che reiterare gravissimi abusi di coscienza.

PRIME ADESIONI:

Laboratorio Re-in-surrezione (rete di persone appartenenti a Donne per la Chiesa – Oss. Interreligioso sulle violenze contro le donne – OIVD)
Organizzazione Ex Focolari – OREF
Rete L’Abuso
Comitato PROMETEO – Tutela dagli abusi nella Chiesa
Marida Nicolaci,  Palermo
Giulia Lo Porto, Palermo
Lucia Gimenez, Argentina
Nelida Ruiz Diaz, Argentina
Claudia Encina, Argentina
Ascensión Bonet, España
Elísa Carmona, Argentina
Elida  Torancio, Argentina
Susana Viero, Argentina
Anne Marie Allen, Irlanda
Elvira Garayoa, Argentina
María Laura Carnelli, Argentina
Amada beatriz delgado. Argentina
Evangelina Rosana Vaccon, Argentina
Mònica I. Espinosa Rojas, Bolivia
Agustina López de los Mozos Muñoz, España
María Asunción Mayor Civit,
Maria Magdalena Garcia-Mansilla, Argentina
Isabel Dondo, Argentina
Josefina Sorbello, Paraguay
Juliana Olivera, Argentina
Carlos Robledo, Paraguay
Juliana Sosa, Paraguay
Blanca Martinez, Paraguay
Silvina Cecerone, Argentina
Maria Elisa Cardozo, Argentina
Paola Cardozo, Argentina
Maria Elena Herrera, Argentina
Estela Gonzalez, Argentina
Graciela Iribarren, Argentina
Sandra Carmona, Argentina
Maria Jose Carmona, Argentina
Lucia Donardo, Argentina
Alicia Barillas, El Salvador
Graciela Roldan, Argentina
Zunilda Cuellar, Paraguay
Mariza Araujo, Paraguay
Laura Bonzi, Paraguay
Gabriela Petrone, Argentina
Susana Martínez, Argentina
Susana Irene Lencina, Argentina
Gianfranco Mazzanti, Canada
Maria Dominga Godoy, Canada
Manuel González, España
Raquel Consigli, Argentina
Gladys Norma Martínez, Argentina
Jose Grassi, Argentina
Reina Zulema Acosta, Argentina
Susana Martínez
Laura Mariza Araujo, Paraguay
Jara Benítez, Paraguay
Monica Espinoza, Bolivia
Beatriz Espinoza, Bolivia
Claudia del Carmen Carrero
Esteban Larrea, Ecuador
Eileen Jhonson, Scotland
Carmen Charo Pérez de San Román, España
Angel Valdez, Guatemala
Sergio Dubrosky, Argentina
Sebastián Sal Capuano, Argentina
Marisa Cardozo, Argentina
Salomeja Fernández Montojo, Lituania
Gisela  Lutterbach, Alemania
Estela Mary  Martinez, Argentina
Carmen Fernandez Pereira, Paraguay
Antonio Moya Somolinos, España
Sandra Matide Ibáñez, Paraguay
Elena Longo, Italia