Stancamente in Lombardia trascina la sua campagna elettorale Letizia Moratti, ex sindaca di Milano per conto di Berlusconi poi ex ministra per conto di Berlusconi e infine vicepresidente regionale e assessora alla sanità per conto del leghista Attilio Fontana.
La campagna elettorale di Letizia Moratti sarebbe una storia perfetta per un romanzo dell’assurdo, un paradosso paradigmatico di questi tempi liquidi in cui si può essere tutto e il contrario di tutto, basta essere supportati da una buona comunicazione. Così dopo avere provato a candidarsi per il centrodestra (sulla base di una promessa che le sarebbe stata fatta, non si è mai capito bene da chi), Letizia Moratti si è offesa perché il centrosinistra non ha scelto lei. Già qui siamo oltre il paradosso eppure una fetta della politica italiana (Calenda e Renzi, e chi se no?) crede davvero che Letizia Moratti sia uno splendente fiore del riformismo e del progressismo.
A questo punto ovviamente la campagna elettorale diventa difficile. Che credibilità può avere una berlusconiana di ferro che vorrebbe agghindarsi come nuova iscritta a Lotta continua? Così passano le settimane e Moratti viene attaccata dal candidato leghista Fontana («non la riconosco più», disse una volta con un velo di malinconia sul volto) e dal candidato del centrosinistra Pierfrancesco Majorino (a cui basta srotolare il curriculum dell’ex sindaca).
Siamo a ieri. Letizia Moratti deve avere avuto una lunga riunione con i suoi comunicatori perché ha estratto un coniglio dal cilindro. «Da dentro alla Regione ho potuto vedere tante inefficienze»: dice Letizia Moratti a Tgcom24 assicurando di sapere come risolverle. «Quando mi domandano perché non me ne sono occupata, semplicemente – è la sua risposta – perché le criticità che ho trovato in sanità erano talmente tante che tutte le mie giornate erano spese per quello. Non potevo dedicarmi ad altro. Le criticità che ho visto ora però so come sanarle». Avete capito bene. Dice Letizia Moratti di essere stata un’agente sotto copertura in missione per il riformismo che si è intrufolata nella destra per carpirne gli errori e quindi candidarsi come risolutrice.
E tutto questo riesce a pronunciarlo senza un minimo di vergogna. Il suo nome è Bond, Letizia Bond.
Buon martedì.