L’attrice e regista Elda Alvigini torna in scena, al teatro Roma dal 3 al 12 marzo, con un nuovo spettacolo tutto al femminile: Bomba, scritto e diretto da Francesca Zanni.
Sul palco Elda Alvigini e Claudia Genolini sono rispettivamente Asia e Miss Flow, due cantanti appartenenti a epoche diverse che, attraverso il loro incontro, approfondiscono il confronto tra generazioni diverse.
Come è stato misurarsi con questo tema, in una pièce, pur mettendo al centro il tempo, lo mette fra parentesi, perché si svolge in un momento presente?
Devo dire che, grazie al magnifico lavoro di scrittura e regia di Francesca Zanni, è stato tutto molto semplice. Francesca si è rivelata, ancora una volta, sia in veste di autrice che in quella di regista, una donna estremamente consapevole. Il testo non lascia adito a dubbi, per noi attrici è chiarissimo ciò che intende. Poi, per la riuscita dello spettacolo, oltre alle parole sono importantissime le musiche, tutte originali a cura di Edoardo Simeone e Luca Capomaggi e i costumi di Lucia Mariani (spesso al fianco di Giancarlo Sepe al teatro La Comunità) che rivestono un valore narrativo, diventando un prezioso elemento per raccontare le protagoniste, dal momento che lo spettacolo è tutto ambientato in un’unica location. Anche già dal solo abbigliamento emerge il mio personaggio: Asia, una stella degli anni Ottanta, ormai cadente, sia, per così dire, appare quasi “congelata” negli anni Ottanta. Mentre, Miss Flow, interpretata da Claudia, è inconfutabilmente espressione del proprio tempo: il presente.
Ovvero? Siamo curiosi…
Basti dire che i miei status symbol sono: lacca, spalline e paillettes.
Mentre Claudia rispecchia a pieno l’identikit della trapper, non solo per il modo di cantare ma anche per il modo di vestire, di muoversi, di parlare. Una cosa tra tutte: lei pratica il “Goblin” che potremmo definire come l’arte di vestirsi male; fenomeno esploso durante la pandemia ed ora dilagato. Per cui indossa la tuta con capi firmati di alta sartoria, l’intimo in evidenza, per un risultato caratterizzato da una ricercatissima trascuratezza. Perché, in fondo, il paradosso, è che non c’è assolutamente nulla di casuale. Insomma, i nostri costumi sono eloquenti nella misura in cui servono ad esacerbare il gap generazionale tra le due protagoniste.
Traspare da tutto questo un vostro grande affiatamento con Francesca Zanni, sbaglio?
Assolutamente sì. Francesca Zanni è un’autrice e regista di grande esperienza e spessore. Ha scritto e messo in scena spettacoli bellissimi, come: Tutti i miei cari; Sentieri; Cinque donne del sud. Erano anni che sognavo di lavorare con lei. In particolare, mi sto trovando bene perché abbiamo lo stesso senso dell’ironia. Cosa tanto rara, quanto essenziale.
Qual è l’aspetto più interessante della scrittura di Francesca Zanni?
Partendo dal presupposto che, in generale, mi piace il suo modo di scrivere, devo dire che ne apprezzo molto i tempi comici. Più cinematografici che teatrali, dal momento che, nel corso della commedia, c’è sempre più di un plot all’interno della trama. È piena di colpi di scena. E poi è uno spettacolo dolce e amaro, ovvero, per quanto sia divertente, ci sono anche degli aspetti più drammatici.
Quali sono state le sfide da affrontare per Bomba?
La prima, grande e nuova sfida è stata quella di cantare. Perché io ho sempre creduto di non saperlo fare. Tuttavia, non mi sono lasciata dissuadere e ho iniziato a studiare, seguendo le lezioni e gli esercizi della bravissima aiuto regista: Giorgia Remediani che, cantando da tanti anni in un coro, mi ha fatto capire come raggiungere le note e fare i cambi.
C’è feeling con il personaggio interpretato?
Sì. Asia è una donna che in passato è stata molto molto famosa e di cui, con il passare degli anni, il pubblico si è un po’ dimenticato. Anche se ha proposto brani nuovi, tutti vogliono le sue canzoni vecchie e la ricordano solo per quelle. Un po’ com’è accaduto a me con l’esperienza televisiva. Certo, con tutte le dovute differenze, però è sicuramente curioso come un certo pubblico e, soprattutto, una certa quantità di persone addette ai lavori, tendano a “bollare” gli artisti per ciò che hanno fatto in passato, annullando completamente tutta la ricerca fatta negli anni successivi. Poi, voglio aggiungere che, per chi svolge il mestiere dell’attore, trovare qualcosa di sé, della propria vita, nel personaggio da rappresentare è essenziale per interpretarlo al meglio.
In generale che valore ha la commedia oggi?
La commedia dovrebbe avere lo stesso valore di sempre. Il suo ruolo, dalla classicità ad oggi è stato, ed è, quello di sottolineare i valori e i difetti dei potenti e delle cose assodate. La commedia compie un’opera di disvelamento della realtà. Mentre, la satira è una critica alla società contemporanea. E, in Bomba, Commedia e Satira, con le iniziali maiuscole, vanno a braccetto. L’ironia di Francesca Zanni è sempre intelligente, pungente e arguta, insomma, non ha bisogno delle parolacce per suscitare la risata. E devo dire che ne suscita davvero parecchie di risate. Ma valuterà il pubblico… E poi il testo, seppur scritto nel 2021 è davvero attuale. Debuttiamo a due settimane dalla fine di Sanremo, in cui quest’anno c’è stato addirittura (neanche a farlo apposta) l’episodio della bomba. E in televisione è appena partito uno show dedicato ai boomer.
Che dire? Sicuramente è d’attualità. In che misura Bomba si può definire “critico” nei confronti della società?
Si tratta di un testo che mette a nudo tutta l’apparenza in cui vivono i cantanti e in generale i protagonisti del jet set. Prima di tutto quelli più giovani. Claudia Genolini rappresenta una super trap che parla di degrado, di periferie, di situazioni al limite ma chissà se lo ha mai conosciute, almeno lontanamente. Poi, la critica non risparmia neanche i più “maturi”. Anche il mio personaggio, rivendica un passato da star, ma chissà se il ricordo non sia influenzato da qualche idealizzazione. Direi che Bomba è come la vita: c’è la parte che sbrilluccica e la polvere sotto il tappeto. Tappeto che la Zanni non esita ad alzare, provocando un gran polverone ma senza mai giudicare. Al contrario, conferendo la massima umanità alle protagoniste di cui esplora tutte le ragioni.
Lo spettacolo come nasce, in termini di produzione e realizzazione?
Bomba è un’opera indipendente e autoprodotta. Nasce dall’impegno e dalla cura di Francesca Zanni e della sua socia, Eleonora Tripodi, che lo hanno fortemente voluto e lo hanno prodotto con Trebisonda, la loro società.
A chi è destinato?
Questa è facile: A tutti! Per la natura stesse delle protagoniste. Da una parte c’è Miss Flow, la trapper che, quindi, coinvolge un pubblico giovane dagli undici anni in su; poi, ci sono io che, invece, rispecchio un pubblico più adulto. Come dicevo, è uno spettacolo estremamente divertente, privo di volgarità, ricco di colpi di scena e di musica.
Una parola in più sulla musica?
Parlando proprio di due cantanti, la musica è protagonista e, a parte i brani di repertorio, lo spettacolo vanta brani originali realizzati ad hoc da Edoardo Simeone e Luca Capomaggi che, è un produttore trap. Quindi, non si è solo limitato a realizzare i pezzi ma si è anche occupato di “far entrare” Claudia a trecentosessanta gradi nel mondo trap. L’ha istruita sul linguaggio, sui modi.
Insomma potremmo dire che è uno spettacolo comico ma non parodistico?
Esatto. Lo spettacolo non è macchiettistico mai. Noi siamo autentiche. Non c’è alcun intento caricaturale e questo mi piace moltissimo.