«Conoscete i rischi delle traversate?». È questa la domanda che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha posto ai familiari e ai superstiti della strage di Cutro. L’innegabile capacità del suo governo di trattare sempre come estranei le persone che provengono da altri Paesi e la capacità di rivittimizzare le vittime è una ferocia inaudita a cui non possiamo essere indifferenti.
Avrebbe potuto chiedere della loro disperazione che li spinge a rischiare la vita in mare, avrebbe potuto informarsi sull’indicibile violenza che accompagna le loro traversate, avrebbe potuto partecipare silenziosamente al loro dolore e invece li ha caricati su un aereo, li ha impacchettati nel suo ufficio a Roma, ha sbrigato questa fastidiosa pratica di fingersi compassionevole e infine ha delegittimato il loro diritto di cercare salvezza.
Prima il Cdm a Cutro. Ma non per onorare le bare delle vittime o per abbracciare chi ha perso tutto o chi ha visto morire i propri figli in mare, affogati, tra le onde. No, a Cutro per blindare un paesino, chiudersi in municipio e fare una conferenza stampa imbarazzante tra un messaggino e l’altro sullo smartphone. E poi, via, con gli aerei di Stato a festeggiare con Salvini al karaoke. Poi a Roma, come in un racconto surreale in cui è tutto al contrario, i familiari delle vittime. Persone che hanno visto morire figli, amici, mogli, mariti davanti ai loro occhi. Persone che sono fuggite dalla violenza talebana. Che hanno visto parenti e familiari uccisi e/o perseguitati. E che avevano un’unica strada: scappare per non morire. E che fa Giorgia Meloni? Che fa di fronte a quel dolore indicibile? Al ricordo di quelle piccole bare bianche dove neonati e bambini hanno perso la vita? Chiede alle loro madri, ai loro padri sopravvissuti – sottolinea il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi – “quanto fossero consapevoli dei rischi legati alle traversate del Mediterraneo”. Una barbarie, umana e politica. “E che ci fa vergognare non dell’Italia, ma di questo governo disumano”, ha scritto Marco Furfaro, deputato del Pd, in un post su Facebook.
“Ma davvero Meloni ha chiesto ai superstiti e ai familiari delle vittime della strage di Cutro se erano consapevoli dei rischi legati alle traversate? Davvero è arrivata a fare una domanda del genere a chi scappa da fame, guerre, persecuzioni, siccità e dai lager libici che il governo italiano finanzia? Non ci sono parole per commentare, solo tanto imbarazzo e sdegno”. Ha detto il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.
“Cara Giorgia Meloni, li conoscono bene i rischi i migranti. Ma se decidono di partire lo stesso è perché sono così disperati da essere pronti a tutto pur di fuggire da guerre, povertà, regimi. Bisogna salvare chi rischia la vita in mare e fermare chi lucra sulla disperazione”. Ha scritto su Twitter Mara Carfagna, presidente di Azione.
La vera domanda sarebbe da fare a Giorgia Meloni: “presidente, conosce i rischi legati alle traversate? Risponda in fretta. Così capiamo se siamo di fronte a un’abissale ignoranza o chi abbiamo davanti.
Buon venerdì.