Tuffarsi nelle stradette di Offida, città del tombolo, borgo delle colline marchigiane, e incontrare Remo e Rhoda, creatori della compagnia Di Filippo Marionette e del Figura Offida Festival, è l’inizio di una favola.
Remo è un artista e marionettista originario proprio di Offida. Rhoda, attrice e cantante, nasce in Australia. Con la loro compagnia hanno all’attivo due spettacoli, Variations e Appeso ad un filo, che hanno incantato il pubblico di tutto il mondo, vincendo premi e riconoscimenti prestigiosi in Russia, Portogallo, Italia, Germania.
Tra una tournée e l’altra hanno accettato di rilasciare un’intervista per parlarci del loro viaggio nel teatro alla ricerca di una nuova socialità.
Come siete approdati a questo meraviglioso mondo del teatro di figura?
Remo: io ho fatto il Dams a Bologna, entrando poi in una compagnia di Commedia dell’arte. Dalle marionette non volevo nulla e ho avuto tutto, mi sono ritrovato in qualcosa che mi piaceva e che sapevo fare. Questa nuova vita è iniziata per gioco, quando visitai l’ambiente artistico catalano del Taller de Marionetas di Pepe Otal. Attraverso gli spettacoli di Jordi Bertran, marionettista superbo, ho capito che le marionette non sono né solo per bambini né, come purtroppo si pensa ancora in Italia, un’arte minore, inferiore al teatro d’attore.
Rhoda: io invece ho studiato alla Western Australian Academy of Performing Arts e mi sono innamorata delle marionette nello stesso momento in cui mi sono innamorata di Remo. Vedevo questo bell’uomo che faceva apparire mondi nuovi. Una magia che non avevo mai vissuto prima. Ora che vivo questo mondo anche io, penso che il fascino più grande di questa arte è il lavoro artigianale: creare e fare, trovare soluzioni materiali a problemi artistici. Inoltre nel mondo delle marionette ritrovo tutto ciò che avevo studiato o fatto prima come performer.
Ma cosa hanno le marionette di speciale?
Le marionette permettono di dare vita ad un mondo che crei e scopri mentre lavori con loro. Donano il tempo di giocare, di ritrovare una dimensione umana, e un’enorme libertà.
Abbassano l’ego e creano un cono d’ombra che ti aiuta e in cui, come artista, puoi muoverti protetto. Inoltre sono agili: uno spettacolo di marionette si può fare ovunque. Sono affascinanti. Nella loro semplicità, sono aristocratiche, esigono tempo per essere conosciute. La difficoltà di manipolarle non è assolutamente immaginabile senza aver provato…ma quando si trova il modo, inizia la magia.
Questa magia accade anche quando insegnate e permettete ad altri di conoscere questo mondo inaspettato?
Assolutamente sì. Ci hanno colpito molto i partecipanti ad un corso che abbiamo tenuto nel carcere di Ascoli Piceno. Talenti straordinari che, dopo una lezione fatta di esercizi e giochi teatrali, o dopo aver visto un nostro spettacolo, ci dicono sorpresi che li abbiamo fatti evadere per sessanta minuti. Si rendono conto di un altro mondo che non avrebbero mai immaginato, del lavoro che c’è dietro, e riescono a mettersi in gioco. E noi impariamo a metterci nei panni dell’altro, come ripete sempre Elio Germano. Andiamo anche negli ospedali. Il teatro sociale è fondamentale e noi cerchiamo di infondere in esso tutta la straordinaria bellezza che vediamo quando giriamo il mondo.
E voi poi il mondo lo portate anche ad Offida, con il vostro FOF, il Figura Offida Festival.
Sì, una bellissima avventura, iniziata ormai otto anni fa. Tre giorni di spettacoli di burattini, marionette, circo e molto altro, (140 repliche nel 2022) in tutti i vicoli e le piazzette del paese. Con stand gastronomici e di associazioni impegnate nel sociale, come l’Avis di Offida, Emergency e molte altre, e con la nostra partner storica, la Pro Loco di Offida. Un’iniziativa che è diventata una ricchezza preziosa del territorio e soprattutto dei suoi abitanti, che la rivendicano, partecipando a decine come volontari.
Come funziona il festival?
Per alcuni giorni le strade di Offida si riempiono di spettacoli. Location e orari variano molto, per permettere a tutti di assistere alle repliche degli spettacoli scelti. Il pubblico non paga nulla. Noi infatti pensiamo che l’arte debba essere gratuita per chi la fruisce. Poi, dato che allo stesso tempo non è possibile non pagare gli artisti, grazie alle sovvenzioni della Pro Loco di Offida, paghiamo soggiorno, viaggio e l’equivalente di un rimborso spese a tutte le compagnie presenti al Festival. Il pubblico poi, liberamente, se ama lo spettacolo visto, aggiunge “a cappello” quanto vuole.
Chi sono gli artisti che si esibiscono per le strade di Offida?
Gli artisti che invitiamo a lavorare sono gli stessi che abbiamo incontrato in tournée, in altri Festival, quelli che apprezziamo e di cui ci fidiamo, per questo il clima del festival è molto caldo e affiatato. Ormai gli abitanti di Offida sono fieri del loro festival e lo scorso anno abbiamo avuto migliaia di spettatori da tutta Europa.
Che impatto culturale ha il Fof sulla vita della cittadina?
Sono tante le ricadute positive per la zona. La città vive giorni incantevoli; l’arte viene proposta a grandi e piccini; il senso civico di tutti, la socialità e la condivisione vengono nutriti con allegria. Siamo felici ogni volta, anche perché alla fine dell’evento non si registra mai un eccesso, un intoppo grave. Le strade di Offida la mattina dopo sono pulitissime. Inoltre siamo fieri del messaggio che arriva ai bambini. Qui non crescono più volendo fare soltanto il calciatore o l’influencer. Sperimentando, vivendo il festival e i vari laboratori che ospitiamo, i ragazzi cominciano a pensare di poter fare gli artisti da grandi, realizzano un nuovo mondo possibile. Infine ci sono ricadute positive per tutto il territorio intorno al nostro. Noi infatti non siamo gelosi del festival e abbiamo tenuto corsi, ad esempio nei paesi terremotati, per tutti coloro che volessero imparare come organizzare e gestire un evento di questo tipo e portata.
Grazie, Remo e Rhoda. Ci vediamo ad Offida.