Il governo Meloni non si è ancora costituito parte civile nel procedimento in corso a Roma per la morte dell'ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo. Il 25 maggio si terrà l'udienza preliminare. A pesare potrebbe essere una questione “diplomatica”

Diceva Giorgia Meloni lo scorso febbraio: «Ricordare Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci non è solo un dovere istituzionale, ma un atto di giustizia e di amore. Verso le loro famiglie (…) che possono contare sul sostegno delle istituzioni per conoscere la verità su quei tragici fatti. Verso la nostra Nazione, che con orgoglio può rendere omaggio al sacrificio di due servitori dello Stato…». Stava scherzando.

Il prossimo 25 maggio si terrà l’udienza preliminare del procedimento italiano. Palazzo Chigi ha qualche giorno per costituirsi parte civile ma ancora il governo non lo ha deciso. A pesare sul procedimento per la morte di Attanasio potrebbe essere una questione “diplomatica” che riguarda l’immunità (o meno) dei due dipendenti del Pam. E il Pam è un’agenzia dell’Onu, il che vuol dire anche gli alleati americani. Così il sospetto è che Palazzo Chigi stia prendendo tempo per non turbare le sensibilità diplomatiche.

Gli indagati infatti sono due dipendenti del Pam in servizio nella Repubblica democratica del Congo, per i quali la Procura di Roma a novembre scorso ha chiesto il rinvio a giudizio. Sono accusati di non aver predisposto “per negligenza, imprudenza e imperizia, ogni cautela idonea a tutelare l’integrità fisica dei partecipanti alla missione” di quel 22 febbraio 2021. Quando la Procura ha iscritto i due funzionari è stato sollevato un problema di immunità, che però il pm Sergio Colaiocco ha escluso. Sarà il giudice a decidere sull’immunità. «Il governo è ancora in tempo per costituirsi parte civile, non tradisca due servitori dello Stato uccisi mentre erano in sevizio e svolgevano con onore il loro lavoro» ha detto ieri Domenica Benedetto, la fidanzata di Vittorio Iacovacci, il carabiniere che faceva da scorta all’ambasciatore italiano.

Anche il padre del diplomatico italiano ha pochi dubbi: «Sono più importanti le relazioni con le Nazioni Unite o l’onore di un Paese che deve pretendere verità e giustizia per i suoi caduti e per la loro memoria? Lo Stato deve far vedere da che parte sta», dice in un’intervista al Fatto Quotidiano. A proposito di avvocatura di Stato vale la pena ricordare che negli ultimi mesi è già stata revocata la costituzione di parte civile nei processi a Berlusconi (a Milano e a Bari), nel caso della strage di Piazza della Loggia invece la richiesta è arrivata in ritardo ed è stata respinta dal giudice. Sul procedimento a carico dei torturatori di Giulio Regeni Giorgia Meloni e il ministro Tajani, convocati dal gup, non si sono presentati, causa “segretezza” dei colloqui con il presidente egiziano Al-Sisi.

Buon lunedì.

Nella foto: l’ambasciatore Luca Attanasio, frame di un video di Unica Tv

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.