Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha deciso in piena solitudine di allargare la fascia centrale della città in cui non possono entrare i veicoli più inquinanti. E’ un suo diritto come primo cittadino e la decisione ha anche un fondamento reale: diminuire i livelli di inquinanti che attentano alla salute dei cittadini, specie le fasce deboli, bambini e anziani.
Ma è una decisione sbagliata. Iniziamo dalla solitudine. Poteva almeno discuterne di questa sua idea. Aprire una interlocuzione con le la società romana, con i tanti presidi di inclusione che rendono viva la città e attenuano la cancellazione del welfare urbano in atto da trenta anni. Invece ha tirato dritto trincerandosi dietro allo slogan in cui non crede più nessuno: “ce lo chiede l’Europa”.
Così arriviamo alla questione vera. L’Europa chiede di ridurre gli inquinanti lasciando alle singole amministrazioni la scelta di come arrivarci. Stanno qui i motivi della scelta sconsiderata che Gualtieri ha preso. Vediamo perché.
Il sindaco di Roma ha deciso che nel giro di pochi mesi i veicoli inquinanti non possono entrare nella fascia verde. Due sono le scelte che restano ai residenti. Cambiare automobile sostituendola con un modello più evoluto e costoso o cambiare casa trasferendosi nelle immense periferie che circondano la città. Entrambe le scelte sono odiose sotto il profilo sociale perché discriminano in funzione della capacità di spesa: chi potrà cambierà auto. Chi ha redditi troppo bassi andrà altrove.
La scelta è stata così sbagliata che la stessa giunta comunale sta correndo ai ripari con ideucce che tentano malamente di mettere una toppa su una scelta iniqua. Ma avendo scelto la strada sbagliata continuerà a seminare malumori.
Il sindaco Gualtieri si è messo nei guai da solo perché appartiene a quella cultura che ha applicato con rigore –parola chiave!- le politiche neoliberiste e che non si è ancora accorta che la coperta è diventata troppo corta perché quelle politiche hanno provocato il disastro.
Per salvare la città avrebbe dovuto scegliere al strada maestra che la sinistra (ha ancora senso per lui questa parola?) ha perseguito da decenni e decenni, quella di potenziare il trasporto pubblico su rotaia, il solo modo socialmente equo per coniugare il diritto all’aria pulita con il diritto a spostarsi. Poteva insomma presentare un piano per costruire un sistema di tramvie che nel breve periodo (5 – 10 anni) avrebbe cambiato al città salvaguardando le fasce sociali più povere. “L’Europa” avrebbe accettato questo percorso. Non lo ha fatto, questo è il fatto più grave.
Sono le due strade che ci troviamo e che ci troveremo davanti ogni volta: l’economia dominante pensa ancora che l’unica strada sia quella di aumentare il livello tecnologico individuale o delle famiglie. Fino a dove non si sa e a quali prezzi sociali neppure. L’altra strada è quella di cambiare i modelli di consumo spostandoli sul sistema pubblico.
E qui arriviamo al punto. “Pubblico” fa ancora orrore alla sempre più sparuta pattuglia dei neoliberisti e Gualtieri ha obbedito: cambiate automobile e vivrete meglio. Sta alla sinistra indicare che esiste l’altra strada, quella che riconosce i diritti di tutti e che ricostruisce pezzo dopo pezzo –ad iniziare dal trasporto pubblico- il benessere pubblico.
Non sarà facile farlo comprendere al sindaco di Roma. Sono ormai troppi gli errori che ha inanellato in un anno: sempre in rigorosa solitudine ha scelto infatti di costruire un gigantesco inceneritore (600 mila tonnellate) invece di tentare di intervenire sulla filiera dei rifiuti. Ha poi scelto di riempire 20 ettari di asfalto per fari i parcheggi dello stadio della Roma a Pietalata sulle aree che erano destinate a parco per i cittadini.
Anche il parco di Pietralata avrebbe diminuito gli inquinanti, gli alberi servono per questo. Ma i parcheggi per la Roma calcio sono utili a far aumentare la macchina economica che sta dietro al baraccone del calcio. Gualtieri ha dimostrato di essere prigioniero di una cultura che ha fallito.
Spetta alla sinistra saper mantenere viva e credibile l’unica strada veramente efficace: costruire tramvie e ricostruire il welfare urbano cancellato.
Il sindaco di Roma ha deciso di allargare la fascia centrale della città in cui non possono entrare i veicoli più inquinanti. Ma per salvare la città bisogna potenziare il trasporto pubblico su rotaia. E' il solo modo socialmente equo per coniugare il diritto all’aria pulita con il diritto a spostarsi