Parliamo di uno scontro fra due criminali di guerra. Da una parte il presidente Putin, in sella almeno per ora, dall'altra l'ex cuoco ed ex carcerato, capo delgruppo Wagner: ufficialmente una società militare privata, ma con stretti rapporti con gli apparati di sicurezza russi, a partire dall'intelligence

Lo scontro fra le forze mercenarie del gruppo Wagner e il Cremlino avrebbe potuto sfociare in guerra civile. Quello a cui abbiamo assistito il 24 giugno era un attacco pianificato da tempo da Evgeny Prigozhin, capo della milizia privata detta Wagner, nata con l’aiuto di Putin, che si è insinuata in molti Paesi africani, sfruttandone le risorse e che ha fatto il lavoro sporco per Mosca nei teatri di guerra dall’Africa all’Ucraina.

Molti analisti sostengono che Prigozhin –regista dell’attacco a Rostov che minacciava di marciare su Mosca – sia passato all’atto quando ha capito che Putin voleva farlo fuori riportando la Wagner nei ranghi dell’esercito ufficiale.

Parliamo di uno scontro fra due criminali di guerra. Da una parte il presidente Putin, in sella almeno per ora, dall’altra l’ex cuoco ed ex carcerato che è diventato il capo degli squadroni della Wagner: ufficialmente una società militare privata, ma con stretti rapporti con gli apparati di sicurezza russi, a partire dall’intelligence.

Dalla padella alla brace, potremmo dire. O meglio: dalla brace alla brace, altrettanto nera. Il presidente Putin, ex capo del Kgb e che ha sempre mantenuto quella mentalità sterminando direttamente e indirettamente oppositori e giornalisti (vedi l’uccisione della giornalista Anna Politoskaja), non è diverso da Prigozhin.

Povero popolo russo trascinato in guerra da Putin contro il popolo ucraino, di cui è fratello. Il presidente russo aveva a sua volta pianificato per tempo l’aggressione all’Ucraina sacrificando una intera generazione di giovani uomini; un popolo che non vede luce ormai da più di vent’anni. Dal 1999 a oggi Putin ha fatto un uso privato del potere, auto consacrandosi zar, alterando la Costituzione (vedi qui l’intervista a Olga Misik che leggeva la costituzione in piazza), con la benedizione della Chiesa guidata dal patriarca Kirill, (sodale di papa Francesco con il quale andò a Cuba) che ha inneggiato alla guerra santa contro l’Occidente

Insomma, ribadiamo, Prigozhin non è diverso da Putin, che lo ha stigmatizzato come novello Lenin. Purtroppo non c’è traccia di rivoluzione sociale, come fu – pur fra mille errori – nel 1917. Questa espressione di Putin evidenza con ancor più chiarezza – ammesso che ce ne fosse ancora bisogno – la sua ideologia imperialista, nazionalista che ha improntato l’invasione dell’Ucraina. (A questo proposito consigliamo di leggere Putin storico in capo di Nicolas Werth, appena pubblicato da Einaudi).

Ora cosa succederà?  Quale ruolo giocherà il feroce dittatore ceceno Kadyrov, che non ha scrupoli nell’usare la forza più brutale, andrà il soccorso di Putin?

In che mani potrebbero finire le armi tattiche militari russe che anche la Bielorussia  ha accettato sul proprio territorio?

Quali passi farà in questo nuovo contesto la controffensiva ucraina?

Come reagiranno i Paesi africani dove è profonda l’infiltrazione del Wagner? Dal Mali al Sudan dove la Wagner concorre allo sfruttamento delle locali miniere di oro, a detrimento della popolazione ( a questo proposito ascolta l’analisi di Jean Leonard Toudì)

Sono tutti quesiti aperti che ci interrogano profondamente.

24 giugno ore 20.30 «Ci fermiamo e torniamo alle basi. Torniamo in Ucraina». Il capo della compagnia di mercenari Wagner, Evgenij Prigozhin, annuncia il ritiro in un messaggio audio dicendo di voler «evitare un bagno di sangue».

Che cosa ha ottenuto in cambio di questo stop della marcia su Mosca? Prigozhin avrebbe voluto che fossero rimosse le massime cariche militari russe, ma dopo colpo di testa, rischia di rimetterci le penne. Anche perché ha reso plasticamente evidenti le crepe profonde del regime russo. Prigozhin ha dimostrato che si può arrivare a 200 km da Mosca senza ostacoli. È un messaggio che “pragmaticamente” il capo della Wagner lancia all’Occidente e contemporaneamente al cerchio magico di Putin, che da tutta questa vicenda esce indebolito. Ma vedremo concretamente se sarà così nei prossimi giorni.

L’unica cosa che abbiamo registrato a caldo è che il leader bielorusso Lukashenko, che era dato in uscita di scena, da perfetto maggiordomo di Putin ha mediato l’accordo e che il presidente Erdogan ha chiamato Putin per offrirgli il suo supporto, come Putin fece con lui nel 2016, quando avvenne il presunto putch.

DIARIO DI UNA SETTIMANA DI TENSIONE E DI ESCALATION NEL CONFLITTO

26 giugno Putin parla alla nazione: «Fin dall’inizio degli eventi, il 24 giugno, su mie dirette istruzioni, sono state prese misure per evitare molto spargimento di sangue. Ci è voluto del tempo, anche per dare a coloro che hanno commesso un errore la possibilità di cambiare idea, per chiarire che le loro azioni sono state fortemente respinte dalla società e per chiarire a quali conseguenze tragiche e devastanti per la Russia, per il nostro Stato, porta l’avventura in cui sono stati trascinati», ( sintesi Tass) E ancora: «Questo è esattamente il risultato – il fratricidio – che volevano i nemici della Russia: i neonazisti a Kiev, i loro protettori occidentali e ogni sorta di traditori nazionali. Volevano che i soldati russi si uccidessero a vicenda, in modo che il personale militare e i civili potessero morire, in modo che la Russia alla fine perdesse e la nostra società si dividesse, soffocata da una sanguinosa guerra civile», ha sottolineato.
Gli avversari di Mosca, ha aggiunto «si sono fregati le mani, sognando di vendicarsi dei loro fallimenti al fronte e durante la cosiddetta controffensiva, ma hanno calcolato male».
Putin chiede ai mercenari della Wagner di arruolarsi nell’esercito. La Wagner è stata finanziata con una cifra pari a un miliardo di euro nell’ultimo anno, soldi presi dal bilancio dello Stato. Come via d’uscita offre loro di andare in Bielorussia insieme al loro capo Prigozhin. Quando arriverà la vendetta? Polonio o carcere per l’ex cuoco di Putin che nel frattempo è sparito?

27 giugno: Putin ammette che il Paese è stato sull’orlo della “guerra civile” e ammette l’uccisione di diversi piloti dell’esercito regolare durante l’ammutinamento (senza però dire quanti), chiedendo un minuto di silenzio per loro. Non ci sono informazioni ufficiali su quanti piloti siano morti, ma secondo alcuni blogger sarebbero almeno 13.

27 giugno: Mediazione del dittatore bielorusso Lukashenko? Il vassallo dello zar Putin si vanta di aver portato a casa la mediazione. La violenta repressione delle proteste in Bielorussia avvenne grazie all’intervento russo e Lukashenko ha ben chiaro che se cade il suo sodale Putin cade anche lui. Anche per questo sbandiera di essersi esposto per trattare con il capo della Wagner Prigozhin. «Ho detto a Putin: può essere ucciso, non è un problema. O al primo tentativo o al secondo. Ma gli ho consigliato di non farlo», ha raccontato il presidente bielorusso, affermando che Prigozhin è arrivato in Bielorussia, dopo aver ricevuto le “garanzie di sicurezza” che Putin aveva promesso lunedì nel suo primo discorso dopo la rivolta dei mercenari di Wagner. Putin manterrà davvero le promesse. Sono in pochi a crederci.

27 giugno. La propaganda di guerra di Meloni
La presidente del Consiglio Meloni alza il tiro atlantista e muscolare: «difendere l’Ucraina significa difendere l’Italia». «L’Unione europea confermerà il sostegno a Kiev. La posizione italiana è riconosciuta e apprezzata e rafforza il nostro ruolo”, dice la premier. «Si continua a confondere la pace con la sconfitta militare della Russia. Il cessate il fuoco dovrebbe essere il primo obiettivo dell’Italia», ha commentato Peppe De Cristofaro di Sinistra italiana. «inviare armi sempre più potenti e offensive non significa difendere l’Ucraina ma spingere il mondo verso il precipizio. Innalzare le spese militari al 2% del Pil equivale a dire che la diplomazia passa per le armi»

28 giugno. L’implosione della potenza nucleare russa preoccupa anche gli Usa
Biden che fin qui aveva sempre sempre parlato di agito per una vittoria sul campo dell’Ucraina e per un regime change, ora afferma che l’instabilità in Russia è un problema per tutti. Poi incontrando la stampa inciampa in una gaffe di Biden, scambiando l’Iraq con l’Ucraina: quando un giornalista domanda al presidente Usa se Putin sia uscito indebolito dalla marcia dei paramilitari di Wagner verso Mosca ha risposto: «Difficile dire ma lui chiaramente sta perdendo la guerra in Iraq. Sta perdendo la guerra in casa È diventato un po’ un paria nel mondo. Non è solo la Nato, non è solo l’Unione Europea. È il Giappone, sono… sono… sapete, quaranta nazioni».

28 giugno Ingresso dell’Ucraina nella Nato, pericolose accelerazioni. Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken annuncia un nuovo «solido». Sarà ufficializzato nel vertice Nato del 12, 13 e 14 luglio in Lituania. «Un certo numero di Paesi sta guardando in parallelo, oltre a ciò che sta accadendo nella Nato, cosa possiamo fare per ottenere proprio quello che ho appena detto, ovvero aiutare l’Ucraina a costruire la sua capacità di deterrenza e difesa a lungo termine. E ciò comporta molte cose, ma sono anche fiducioso che arriveremo a quel punto», ha detto. E ha aggiunto «la ribellione del gruppo paramilitare russo Wagner, comandato da Prigozhin dimostra che l’aggressione russa contro l’Ucraina è stata un fallimento per Putin in tutto e per tutto».
Lo stesso ministro degli esteri Tajani precisa che l’Ucraina non può entrare immediatamente nella Nato in quanto Paese in guerra. Il suo ingresso farebbe scattare immediatamente l’articolo 5 che obbliga anche gli altri i Paesi dell’alleanza ad entrare in guerra.

28 giugno Vertice europeo su Ucraina, Tunisia e Cina. “Curiosamente” partecipa alla colazione di lavoro anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Nella bozza di conclusione i leader dei Ventisette assicurano già il sostegno per garantire la sicurezza al Paese per il futuro. La stessa strategia di cui parla l’Alleanza atlantica in vista di una futura piena adesione.

28 giugno il ministro Crosetto a sostegno del cardinal Zuppi
“Il governo sostiene totalmente la missione di pace a Kiev del cardinal Zuppi”. Lo dice il ministro della Difesa Guido Crosetto.”Dobbiamo necessariamente perseguire ogni giorno la ricerca di un percorso di pace. Per me – aggiunge – inizierà quando per 24 ore non cadranno bombe russe. Siamo in terreno non neutro. Nel giorno in cui sembrava che la Russia cadesse e Putin cadesse le bombe non hanno smesso di cadere sull’Ucraina.

28 giugno È stato arrestato il generale Surovikin?
Il generale russo Sergei Surovikin, già comandante in capo delle forze di Mosca in Ucraina per tre mesi, tra ottobre 2022 e gennaio 2023 prima di essere sostituito dal capo di stato maggiore Valery Gerasimov, è stato arrestato. Lo scrive il Moscow Times citando due fonti vicine al ministero della Difesa russo che hanno parlato a condizione di anonimato. Il ministero della Difesa non ha ancora commentato il presunto arresto di Surovikin, che non si vede in pubblico. L’ultima sua apparizione è in un video in cui, con un fucile, accanto intima a Prigozhin di fermarsi. La posa innaturale e non solo ha indotto a pensare che sia stato obbligato a girare quel video. Surovikin sarebbe stato un membro segreto della Wagner ed avrebbe appoggiato Prigozhin nell’insurrezione. Da qui il presunto arresto di cui ha scritto anche il Financial Times.

29 giugno Von der Leyen parla dell’impatto della Wagner in Africa
«La ribellione della Wagner mostra le profonde crepe nel sistema di Putin. Questo ammutinamento avrà anche scosse di assestamento a cui assisteremo ed è importante che raddoppiamo il sostegno all’Ucraina, che sia la capacità militare o il sostegno finanziario. Dobbiamo anche tenere a mente che l’insurrezione di Wagner non avrà un impatto solo in Ucraina, ma anche in Africa, perché Putin aveva proiettato il suo potere in Africa attraverso Wagner e, dunque, di sicuro vedremo gli effetti di questa insurrezione anche lì» ha detto la presidente al Consiglio europeo

29 giugno Borrell: «Putin indebolito è un pericolo maggiore»
«È chiaro che Putin ne esce indebolito da questa crisi. Ma un Putin indebolito è un pericolo maggiore. Dobbiamo stare attenti alle conseguenze, tutto quello che sta succedendo rimane poco chiaro, come chi c’era dietro a questo tentativo di ribellione militare. Alcuni generali sono stati arrestati e immagino che Putin vorrà fare pulizia all’interno», dice l’alto rappresentante Ue alla Politica estera, Josep Borrell al Consiglio europeo.

29 giugno l’olandese Rutte: non in nostro interesse instabilità in Russia
In soccorso a Putin anche l’olandese Rutte :«Non è nel nostro interesse se la Russia diventasse instabile. Può sembrare paradossale, ma è nel nostro interesse che anche la Russia rimanga stabile e che una Russia stabile ponga termine a questa guerra di aggressione contro l’Ucraina. Dunque, assolutamente non è vero quello che Putin ha suggerito un paio di giorni fa, e cioè che l’Occidente sarebbe in qualche modo dietro” agli eventi dello scorso fine settimana della Wagner perché “non è nel nostro interesse». Lo ha dichiarato il premier olandese, Mark Rutte al Consiglio europeo. «Sono eventi della politica interna russa e sta a Putin gestirli. Il nostro principale interesse è che ponga termine a questa guerra di aggressione inaccettabile contro l’Ucraina che sta uccidendo migliaia di persone, creando il caos anche in Russia, ora, ed enormi difficoltà in Ucraina», ha aggiunto.

29 giugno Zuppi, Lvova-Belova e il mandato di cattura della Corte penale
L’inviato del papa, il cardinale e capo della Cei Matteo Zuppi, ha voluto incontrare a Mosca la commissaria russa per l’infanzia, Maria Lvova-Belova, su cui pesa un mandato di cattura della Corte penale internazionale per “deportazione” dei bambini ucraini dai territori occupati dai russi. Sia lei che Putin sono oggetto di un mandato d’arresto della Corte penale internazionale, che li considera responsabili del “crimine di guerra di deportazione illegale” di minori ucraini durante l’offensiva russa.

29 giugno Zuppi incontra il patriarca Kirill che benedì la guerra di Putin
Il patriarca, stretto alleato di Putin, si è anche detto “molto contento” della visita del porporato a Mosca: secondo Kirill «è importante che tutte le forze del mondo si uniscano per evitare un grande conflitto armato». Il presidente della Cei, a Mosca, è stato ricevuto dal consigliere della presidenza russa per gli affari internazionali Ushakov. Nel faccia-a-faccia non si è arrivati a «decisioni o accordi concreti», ha riferito il portavoce del Cremlino, Peskov, ma le parti si sono “scambiate opinioni e informazioni su questioni umanitarie nel contesto degli affari ucraini”. Le prospettive di mediazione al momento sono scarse, visto che da un lato la Russia insiste che è Kiev a non voler negoziare e dall’altro continua a ribadire che Zelensky deve comunque accettare la “reale situazione” sul campo, ovvero l’annessione della penisola della Crimea nel 2014 e quella delle altre quattro regioni nel Donbass, nel 2022. D’altra parte il presidente Volodymyr Zelensky, che Zuppi ha incontrato tre settimane fa a Kiev, non perde occasione per sottolineare che non accetterà alcuna cessazione delle ostilità che non implichi il ritiro russo dai loro territori.

29 giugno Il gruppo Wagner sta ancora reclutando miliziani
Secondo un’inchiesta della Bbc l’esercito di mercenari sta reclutando combattenti in tutta la Russia, giorni dopo aver organizzato l’ammutinamento che ha portato Putin a sollevare timori di guerra civile. I nuovi membri ora firmerebbero contratti con il gruppo mercenario stesso, non con il ministero della difesa russo.
Perché la Wagner non è stata smantellata? Le risposte potrebbero essere tante. In primis per ruolo che riveste tuttora nel continente africano perché la funzione che ha a livello politico, economico e il livello di influenza e di beneficio per la Russia sono troppo grandi.

30 giugno: Conte: dobbiamo spingere per un negoziato
»Con l’assedio ordito dalla Wagner e il pericolo che in Russia si potesse verificare una guerra civile si è aperto uno scenario ancor più complesso – dice il presidente M5s Giuseppe Conte a un convegno a Roma sulla pace in Europa. «Difficilmente dopo Putin si insedierà un campione di democrazia». E poi precisa : «Non si tratta di difendere Putin. Chi banalizza è un superficiale».
«Lo scenario che abbiamo davanti è di centinaia di migliaia di morti, milioni di profughi, distruzione di territori che andremo a ricostruire. E stiamo pagando una corsa al riarmo. In tutto il mondo, il volume della spesa militare è aumentato rispetto al passato. Crosetto ha chiarito, dopo l’ultimo vertice Nato, che il 2% del Pil è il minimo che garantiremo, non è tendenziale». E ancora: «È stato un errore anche per l’Italia – dice Conte -, che si è sempre contraddistinta per la capacità di proporre soluzioni diplomatiche, se le avanzi vuol dire che non sei fra alleati ma in una condizione di vassallo. Oggi siamo nella condizione di spingere per un negoziato».

30 giugno l’Iran presto nell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai, alleanza di cui fanno parte la Cina e la Russia ed è considerato antagonista rispetto alla Nato. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. «In occasione della prossima riunione dei capi di Stato dell’OCS, che si terrà il 4 luglio, sarà formalizzata la completa adesione dell’Iran”, ha detto il capo della diplomazia di Putin. Il vertice sarà in formato virtuale sotto la presidenza dell’India e anche il presidente Xi ha annunciato che parteciperà in video».

Verso il vertice Nato di Vilnius L’11 e il 12 di luglio saranno una data spartiacque. C’è il pericolo reale di uno scontro allargato e diretto tra Nato e Russia. Nell’ipotesi che Mosca possa attaccare direttamente uno degli Stati membri dell’alleanza la Nato è intenzionata a studiare «dove, cosa e come schierare» le sue forze per dirla parole del segretario generale Jens Stoltenberg