"Con la fiamma nel cuore", esorta il vice presidente del Senato La Russa al Fenix, il festival degli under 21 di Meloni. Intanto Cirielli prova a riproporre la fandonia "Italiani brava gente", annullando i crimini del colonialismo e Sangiuliano annuncia il Pantheon a pagamento a beneficio della Diocesi romana rendendo evidente la matrice clerico post fascista che impronta la politica del ministero della Cultura

Nostalgia del ventennio, inni alla patria, nazionalismo, xenofobia e saghe, fantasticherie fuori dal tempo. Sono il collante di Gioventù nazionale, la under 21 della presidente Giorgia Meloni, che si è riunita questo fine settimana al laghetto dell’Eur a Roma per la kermesse Fenix omaggiata da interventi di ministri, da Lollobrigida a Crosetto e Sangiuliano e del presidente del Senato La Russa che rimarca «La fiamma nel cuore, questo l’importante». Mentre il vice ministro Cirielli, prova a rilanciare la leggenda “Italiani brava gente”, “dimenticando” i crimini del colonialismo italiano.

Questi giovanissimi di Gioventù nazionale, stretti fra Almirante e fumettoni- senza offesa personale- stando alle loro idee, paiono usciti dalla naftalina delle peggiori pagine di storia. Scollati dalla realtà si infiammano quando il ministro della Cultura Sangiuliano annuncia celebrazioni di Stato per il cinquantenario della scomparsa di Tolkien, lo scrittore cristiano e conservatore, autore della saga Il signore degli anelli. Ed è storia arcinota: l’appropriazione dell’estrema destra italiana di Tolkien prese avvio con la prima traduzione del Signore degli Anelli del 1970, che fu pubblicata da Rusconi. L’esperto di esoterismo e religioni Elémire Zolla ne firmò la prefazione proponendo una lettura centrata sul simbolismo della trilogia e sul conservatorismo di Tolkien, che vagheggiava un astratto mondo antico in contrapposizione al moderno e si ergeva a voce del tradizionalismo contro il progresso.

Emarginate, ostracizzate, superate della storia, dopo la sconfitta del nazifascismo, in mancanza di altre idee, le destre anche in Italia negli anni Settanta si buttarono su un orizzonte da fumetto. A livello di immaginario, s’intende. Mentre concretamente praticavano vie violente. Lo stesso movimento sociale Msi si gettò su quel versante. Ed è in quella cultura che è cresciuta la premier Meloni. Il Fronte della gioventù iniziò così a brandire croci celtiche nere su campo rosso. E non era solo folklore. Fu una scia di violenza. Esponenti del Fronte della gioventù confluirono in gruppi neofascisti come Ordine Nuovo, Terza Posizione e Lotta Popolare. Nacquero così a Roma lo “spontaneismo armato” e i Nuclei armati rivoluzionari, una delle principali organizzazioni terroristiche dell’estrema destra italiana, in cui sono cresciuti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro… Questo è il discorso importante che non mancheremo di continuare ad approfondire.

Ma torniamo per ora alla kermesse Fenix che è andata in scena questo fine settimana a Roma e alla confezione culturale, luccicante e apparentemente innocua che l’ha avvolta. Torniamo a Tolkien di cui la stessa Giorgia Meloni in più occasioni si è detta fan. E agli intellettuali organici della destra come il filosofo francese Alain de Benoist che, a sostegno della destra radicale, ha teorizzato una “nuova” destra antimodernista, anticapitalista, nazionalista, xenofoba, in nome di una identità europea cristiana e bianca da difendere a spada tratta. Alla base c’è una nostalgia per un passato mai esistito e la fantasticheria di un fascismo primigenio come quello vagheggiato dal barone Julius Evola.

Quali sono le ricadute culturali in Italia di questo mix culturale fatto di Tolkien, Benoist e Prezzolini e di altri idoli dell’attuale destra al governo vi chiederete? Pressoché nulle, oseremmo dire. Nel suo intervento alla kermesse Fenix il ministro Sangiuliano ha scodellato un “pacciugo” postmoderno citando Verdi, Mazzini e perfino Gobetti e Gramsci. Questi ultimi, antifascisti di chiara fama, che hanno pagato con la vita e il cui pensiero con tutta evidenza non è in alcun modo assimilabile a un orizzonte di destra.

Ma al di là dei discorsi ecumenici e confusi, ben più concreti sono stati gli annunci del ministro Sangiuliano che lasciano trasparire la matrice clerico post-fascista che impronta la politica del ministero.  Mettendo sullo stesso piano Michelangelo, Leonardo, Armani e la Ferrari come brand italiano.

“Da domani l’ingresso al Pantheon sarà a pagamento”, ha aggiunto orgogliosamente il ministro, non contento di aver sostenuto l’aumento esorbitante del biglietto degli Uffizi, teatro in questi giorni di una ondata di scioperi.

E se nel caso del museo fiorentino Sangiuliano aveva annunciato il provvedimento dicendo “tanto i ricchi turisti americani se lo possono permettere” infischiandosene dei pensionati, delle famiglie e dei disoccupati italiani, per quanto riguarda il Pantheon il titolare della Cultura ha detto candidamente che una lauta percentuale degli incassi andrà alla Diocesi di Roma. Altrettanto orgogliosamente il ministro ha annunciato la nascita del museo che accoglierà i bronzi di San Casciano. “Abbiamo già firmato il rogito con il cardinale”, ha detto il ministro fiero di dare 600mila euro alla Chiesa. Un ministero della cultura baciapile, come dio comanda, che sta con i preti e zappa l’orto con le esternazioni del sottosegretario alla cultura Sgarbi al MAXXI, del quale le opposizioni chiedono le dimissioni.

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Left ha bisogno di te e tu hai bisogno di LeftIn foto: Il signore degli anelli, film Da Phyrexian, DVD originale, Copyrighted,