Povertà, sanità al collasso, disastri ambientali possono aspettare. Giorgia Meloni trova il tempo di occuparsi del concerto di Brian Molko dei Placebo per querelarlo perché dal palco le ha dato della "fascista" e "razzista"

Fa molto ridere e fa molto preoccupare la querela che Giorgia Meloni ha deciso di presentare nei confronti di Brian Molko, cantante del gruppo britannico Placebo che l’11 luglio scorso dal palco dello Stupinigi Sonic Park a Nichelino (Torino) ha definito “fascista”, “razzista” e un altro paio di improperi la presidente del Consiglio.

Fa sorridere perché Meloni si racconta come maledettamente impegnata quando c’è da fare visita ai migranti morti (o ammazzati?) nel naufragio di Cutro e poi trova il tempo di occuparsi di un concerto, parlare con gli avvocati e firmare una querela. L’idea che non vi fossero altre priorità in un Paese che perde miliardi del Pnrr, che affoga nel cambiamento climatico, che ha la sanità pubblica in demolizione, che da due giorni a mezzo milioni di poveri in più smaschera l’ipocrisia della propaganda. Fa sorridere anche che “l’underdog” Meloni (come ama definirsi) cerchi la rivincita con una band internazionale da 13 milioni di dischi. Finisce sempre così, sognavano tutti di diventare delle rockstar.

Fa molto preoccupare invece che una presidente del Consiglio non sappia distinguere la politica dal mondo che le si muove intorno, credendo di essere “capa” a tutti gli effetti in tutti gli ambiti. Chiunque abbia un briciolo di rilevanza pubblica (perfino coloro che scrivono sul giornale della scuola) sanno benissimo che potrebbero pescare diffamazioni a piene mani dappertutto. L’aspra critica politica al limite della legge tra l’altro è un tratto caratteristico di gran parte dei fan di Giorgia Meloni e della brigata di destra che sta al governo. Ma fa molto preoccupare anche il fatto che Giorgia Meloni insista nell’entrare a piedi uniti nello spettacolo e nella cultura. Come scrive lo scrittore Francesco Pecoraro “Meloni sa che il primo dato strutturale del contemporaneo è la cultura. Se le riesce di sostituire i paradigmi correnti, tutto il resto, cioè la società fascista, verrà da sé. I suoi servi sono già pronti. Altri ne stanno già accorrendo”.

Buon giovedì.

In foto Brian Molko e i Placebo, foto di Alessandro Caniglia, fonte Wikipedia