Nonostante anche in Spagna lo sport femminile abbia scarsa visibilità e le atlete abbiano mezzi limitati a disposizione rispetto ai colleghi, hanno dimostrato una grande qualità di gioco e sono state delle vere regine del calcio. Questa vittoria è l'unica notizia di cui bisognerebbe parlare, Ma l'onnipotente rappresentante della Federazione ha voluto rubare la scena con quel bacio senza consenso sulla bocca di Jenni Hermoso

La nazionale di calcio femminile spagnola è entrata nella storia battendo l’Inghilterra nella finale della Coppa del Mondo in Australia lo scorso 20 agosto. È stata una partita immensa e il gol della capitana Olga Carmona ha regalato alla squadra l’eternità che merita. Nonostante anche in Spagna lo sport femminile abbia scarsa visibilità e le atlete abbiano mezzi limitati a disposizione rispetto ai colleghi, hanno dimostrato una grande qualità di gioco e sono state delle vere regine del calcio. Questa vittoria è l’unica notizia di cui bisognerebbe parlare. Il risultato della nazionale femminile va oltre l’aspetto strettamente sportivo: è un assalto al simbolo del calcio, simbolo culturale machista per eccellenza.
Dopo decenni di invisibilità, ostacoli e pregiudizi, il calcio femminile spagnolo raggiunge il suo massimo splendore con questo mondiale. È una rivoluzione, non è qualcosa successa per caso. Ci sono state pioniere che, nel corso degli anni, hanno continuato a giocare a uno sport in cui non erano ben accette, hanno continuato a chiedere rispetto e dignità, condizioni migliori e parità di trattamento con gli uomini. Perché dieci, quindici o venti anni fa quello che è successo era inimmaginabile. L’idea dominante era che solo gli uomini potessero giocare a calcio, era qualcosa in loro esclusivo possesso, le donne che volevano farlo venivano derise e maltrattate. Poi l’instancabile lotta delle donne per la parità di genere ha avuto la meglio, dalla politica ai campi di calcio, he sovvertito i ruoli, almeno in Spagna. Ma come spesso accade arriva un uomo che ruba la scena. Arriva il tuo capo, Luis Rubiales presidente della Reale Federazione Spagnola di Calcio, ti afferra la testa e ti bacia sulla bocca in mondovisione, anche se tu non vuoi. Ecco quanto sa essere sfacciato il patriarcato. E così, durante la cerimonia per la consegna della Coppa del Mondo, quel bacio senza consenso stampato sulla bocca di Jenni Hermoso, maglia rossa numero 11, diventa un’immagine virale di un atto di violenza che riguarda il potere e il dominio e non certo un gesto di amicizia e gratitudine, come poi ha cercato di giustificarsi Rubiales.
Puoi vincere la WORLDCUP2023, giocare una partita vista da 5,6 milioni di persone, ma questo non ti salverà dall’essere aggredita da un uomo. Ma non basta, il tuo allenatore Jeorge Vilda, viene ripreso sempre da quelle telecamere mentre festeggia il gol partita toccando il seno della collaboratrice Montserrat Tomé. Niente di nuovo, ben 15 giocatrici della squadra avevano affermato nell’autunno scorso di non voler più rispondere alle convocazioni in Nazionale poiché, secondo quanto riportato dalla stampa spagnola, il CT sarebbe stato per loro “psicologicamente abusivo” e fautore di un clima pesante in grado di destare momenti di crisi all’interno della squadra. Sempre Vilda, dopo la vittoria mondiale, nelle interviste che rilascia parla delle calciatrici definendole “campioni”, al maschile, perché tanto il maschile generico comprende tutti, ma rende invisibili 23 donne che hanno lavorato duramente per raggiungere quel risultato.
“Siamo donne che fanno bene il loro lavoro, perché il calcio femminile è un lavoro. Questa partita è per tutto il calcio femminile, per tutte le donne che hanno lottato e lavorato per molti anni per essere qui”. A dirlo è la calciatrice spagnola Vero Boquete, una delle principali commentatrici della Coppa del Mondo femminile, oggi centrocampista della Fiorentina. Stadi pieni, record di spettatori, successo mediatico ed enormi investimenti pubblicitari sono solo alcuni degli indicatori del successo dello calcio femminile.
Poi arriva un uomo, un’autorità nella Federazione, un uomo in una posizione di grande potere nei confronti delle giocatrici, che le bacia quando vuole, che ruba le luci della ribalta quando vuole e pretende così di sottolineare la sua superiorità.
L’avanzata femminista che la Spagna ha vissuto negli ultimi anni è stata definitiva in termini di sensibilizzazione della società, e ha messo alle corde l’onnipotente Rubiales. Ha anche messo a nudo una stampa sportiva sessista e quei media che hanno cercato di proteggerlo. Sono i femminismi ad aver insegnato a riconoscere la violenza e i rapporti di potere, decenni di movimenti femministi hanno trasformato la percezione di ciò che è accettabile e ciò che non lo è. A quante donne è successo di imbattersi in un Rubiales? “A tutti i ragazzi che sono stupefatti dalla reazione contro Rubiales: è perché è successo a tutte noi. Con il nostro capo, con il nostro cliente, con il nostro insegnante, con il nostro amico, con uno sconosciuto, con voi…”, ha scritto su Twitter la giornalista Irantzu Varela.
La star del calcio Megan Rapinoe ha parlato di “sessismo e misoginia”. “Quello che è successo ai Mondiali è solo una sintesi di ciò che è accaduto nel calcio femminile negli ultimi anni”, ha dichiarato Gaëlle Thalmann, portiere della nazionale svizzera. “Azioni inaccettabili sono state permesse da un’organizzazione sessista e patriarcale. Il comportamento di chi crede di essere invincibile non deve essere tollerato”, ha aggiunto l’intera squadra inglese in un comunicato. Sara Gama capitana della nazionale italiana: “La mia massima solidarietà a Jenni Hermoso, neocampionessa del mondo. Quello che sta succedendo lascia sconcertati. E molto tristi perché un momento speciale di calcio, l’unica cosa di cui sarebbe stato naturale parlare, è stato rovinato”. Anche il mondo del calcio maschile ha reagito indignato.
La Fifa, massimo organismo internazionale del calcio, ha sospeso il sessista Luis Rubiales per i prossimi 90 giorni da “tutte le attività calcistiche a livello nazionale e internazionale”. L’associazione Feminismos Madrid he indetto una manifestazione a sostegno della nazionale di calcio femminile con l’obiettivo di “rivendicare uno sport libero dalla violenza sessista”. Lo
striscione della manifestazione recita “Contigo Jenni, con las campeonas del mundo” (Con te Jenni, con le campionionesse del mondo), a sostegno della giocatrice baciata da Rubiales.
In foto la calciatrice Jenni Hermoso