Se i regimi teocratici soffocano i diritti umani e delle donne, in Italia la destra riesuma la formula Dio, patria e famiglia. E non cessa la spirale dei femminicidi. Possiamo ancora proporre ai giovani una cultura avvelenata dalla violenza e dall’intolleranza? La sfida è ribaltare un pensiero millenario
Illustrazione di Fabio Magnasciutti
La sinistra saprà rispondere in maniera efficace alla sfida culturale che propone la destra con la formula Dio, Patria e Famiglia? È possibile immaginare un mondo che condivida le risorse, e con rapporti sociali non basati sulla sopraffazione e la violenza: quest’ultima deve essere considerata una componente inevitabile degli esseri umani? In un periodo storico complesso come questo che stiamo vivendo, con forze che spingono per un cambiamento contro governi teocratici, come succede in Iran e in tutto il Medio oriente, ma anche con focolai di guerra che si aprono in più punti, è importante che la sinistra abbia la forza di proporre una cultura nuova, un modo di vivere i rapporti umani senza crudeltà e prevaricazioni fisiche e psichiche. Sono le nuove generazioni a chiedere questo cambiamento e lo vediamo nelle piazze e sui social. Nei regimi teocratici, per definizione non democratici, sono soprattutto le donne a rischiare la propria vita, se si ribellano alle autorità religiose che le vogliono schiave degli uomini e senza alcun diritto né umano né civile. Sono donne senza volto, che spesso perdono definitivamente la loro vita, se osano affermare la propria identità. Possiamo proporre ancora alle nuove generazioni una cultura avvelenata dalla violenza e dalla intolleranza? È questa la verità e il pensiero dell’essere umano? Considerazioni e domande che è impossibile non fare e non porsi, in un momento storico durante il quale teniamo il fiato sospeso per il timore dell’espansione delle guerre.
Dobbiamo cercare l’origine culturale di un pensiero, che strutturato sulla razionalità, vede solo la sopraffazione e la logica della vendetta, dell’occhio per occhio, l’unica legge che governa la socialità.
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