Ma davvero esistono professionisti con il coraggio di urlare all’allarma “maschicidi” per svilire e depotenziare la portata dei femminicidi in Italia? Esistono, eccome. Stanno nascosti anche nei banchi della maggioranza che in questi giorni sta cercando di appropriarsi del tema troppo popolare per lasciarselo sfuggire.
Il 25 novembre di tre anni fa, era il 2020, Il Giornale – come quasi sempre quando si parla di femminicidi – pubblicava un articolo dal titolo esemplare: “Allarme maschicidi. Gli uomini vittime quando le donne ma nessuno ne parla”. Un titolo feroce ma soprattutto ignorante poiché anche in queste ore convulse appare evidente che moltissimi non sappiano che il “femminicidio” non si riferisce banalmente all’uccisione di una donna ma fa riferimento a qualsiasi forma di violenza esercitata in maniera sistematica sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione di genere e di annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico della donna in quanto tale, fino alla schiavitù o alla morte.
Tre anni fa quell’articolo de Il Giornale nel giorno contro la violenza sulle donne veniva condiviso sul proprio profilo Facebook dall’avvocato Emanuele Compagno che negli ultimi giorni è entrato nelle nostre case – dai giornali, dalla radio e dalla televisione – perché è il difensore d’ufficio di Filippo Turetta, il femminicida di Giulia Cecchettin. «Nella giornata contro la violenza alle donne è giusto ricordare che le vittime sono da entrambe le parti. È giusto ricordare tutti di fronte alla violenza», scrisse in quell’occasione. A recuperare quell’orrendo post è stata la giornalista Charlotte Matteini che su X riporta anche una dichiarazione dell’avvocato nell’anno successivo: “Ho assistito ieri ad una scandalosa puntata di “Carta Bianca” con Bianca Berlinguer in tema di violenza alle donne. – scriveva l’avvocato Compagno il 5 maggio 2021 – La donna veniva trattata come una menomata, come un’incapace. Se ubriaca è scusata. L’alcol è una scusante per la donna, mentre non lo è per l’uomo. Una totale deresponsabilizzazione della donna, come fosse un oggetto incapace di auto-determinarsi. Il tutto coniato, poi, a Tg3 linea notte con la storia di Biancaneve. Queste esagerazioni servono solo a delegittimare la donna trasformando in farsa un problema serio. Portano all’assurdo un problema vero”.
Per avere un’idea dell’impianto culturale si potrebbe ripescare ciò che scriveva ad esempio il 31 ottobre 2015 sulla notte di Halloween: “Non capisco cosa ci facciano delle ragazzine vestite da puttane in giro per il paese. E nemmeno perché i genitori accompagnino i figli a disturbare per le famiglie suonando campanelli. Vergognatevi”. Non male, eh?
Ma davvero esistono professionisti con il coraggio di urlare all’allarme “maschicidi” per svilire e depotenziare la portata dei femminicidi in Italia? Esistono, eccome.
Buon giovedì.