L'album di Chiara Raggi e Giovanna Famulari rilegge in modo originale brani di autrici italiane. Un disco militante sulla creatività femminile

È da poco uscito un lavoro firmato da due straordinarie musiciste e interpreti, che propongono al mercato pop italiano, con un coraggio davvero esemplare, l’idea di riportare all’attenzione di tutti la matrice iniziale della musica d’autore (o di autrici, in questo caso): quella acustica. Se proprio vogliamo dirla fino in fondo su questo album, In punta di corde, dobbiamo riconoscere a Chiara Raggi, voce e chitarre, e Giovanna Famulari, violoncello e voce – la capacità di asciugare tutti quegli orpelli e quelle sonorità pop, schiave della moda, contenute in tutte le produzioni che ultimamente stanno affollando la rete dei social e il pubblico mediamente giovane. Le due artiste invece si presentano completamente “nude”, come alla nascita, con la “speranza”  che questa loro bellezza possa essere accolta dal “seno” delle ninfe della Musica.

Chiara Raggi,  cantautrice, chitarrista diplomata al Conservatorio della sua città natale, Rimini, nonché produttrice discografica, è founder & director di Musica di Seta, una etichetta discografica dedicata alle cantautrici. Ha all’attivo cinque album ed è stata vincitrice di numerosi premi. Famulari, diplomata al conservatorio di Trieste, è violoncellista, pianista e produttrice artistica. Anche lei vincitrice di numerosi premi, ha al suo attivo diversi album con collaborazioni artistiche prestigiose tra le quali va ricordata quella con Tosca –  con la quale ha vinto due Targhe Tenco per Morabeza.  Ha fatto conoscere il suono del suo violoncello nei più prestigiosi teatri del mondo collaborando con diversi artisti nazionali ed internazionali tra i quali Solomon Burke, Ron, Nicola Piovani, Lenny White, Fred Martins, Marcus Eaton, Mogol, Vinicio Capossela, Gegè Telesforo,  Luca Barbarossa e tantissimi altri. Giovanna vanta anche una lunga esperienza teatrale e televisiva con Stein, Veronesi,  Sepe, Lina Sastri, Tony Servillo e altri.

Possiamo dire che da queste due importanti figure della musica attuale non poteva che uscire un risultato bellissimo, denso di emozioni. Raggi e Famulari capovolgono completamente l’attuale  mainstream, che ci racconta  di un pop senza bussola, quasi da supermercato. È vero, ci troviamo di fronte ad un album di covers ma con un contenuto completamente riscritto dalle due protagoniste, che si cimentano negli arrangiamenti e nella produzione. I brani, ritagliati in maniera certosina e presi in esame dalle due musiciste, si trasformano in qualcosa di assolutamente nuovo. Dieci tracce alle quali si aggiunge in chiusura come “bonus track”, una canzone originale dal titolo “Mi ritroverai”, scritto da Raggi, assolutamente coerente con il progetto, nei suoni, e nella intenzione, soprattutto. Le canzoni – le cui autrici sono Nada, La Rappresentante di Lista, Carmen Consoli, Grazia di Michele, Madame, Rettore, Giuni Russo, Mariella Nava, Paola Turci, Cristina Donà – sono state scelte con cura e preparate nelle minime sfumature.

Sole davanti ai microfoni della RSI, sostenute dal produttore Sergio Albertoni, le due interpreti ci guidano verso costellazioni sonore dove talvolta, composizioni anche non troppo note, come astri lontani, riescono ad arrivare brillando fortemente davanti a noi. L’album che ha un valore artistico elevato nel suo concept acustico, non ci fa rimpiangere minimamente le versioni originali. Ci sono cambi di tempo come “in Ciao Ciao” oppure ritmi diversi sparsi lungo il percorso musicale. L’album è davvero ispirato, regalando a diversi brani, scritti anni fa, una nuova vita. Anche se in alcuni casi – come per il brano “In bianco e nero” di Carmen Consoli o nel cantato di Nada – gli stili di scrittura e il fraseggio sono riconoscibilissimi,  è soprattutto in altri momenti che il lavoro di reinterpretazione svetta fino a farci pensare che le canzoni siano state scritte tutte dalle stesse mani. L’omogeneità del sound e del mix delle due protagoniste; gli interventi del violoncello – che non è mai sopra le righe – e in particolar modo la ripresa microfonica degli strumenti e delle voci per la registrazione, danno all’ascoltatore la perfetta sensazione della unicità del progetto della coppia che sa muoversi tra i pentagrammi, dimostrando di essere a proprio agio.  E questo è senz’altro un pregio ulteriore che si aggiunge agli altri che si scoprono di volta in volta, ad ogni ascolto.

Il disco cresce lentamente in questa atmosfera a volte malinconica, che ci avvicina a certe sperimentazioni di Marianne Faithfull nella collaborazione con Nick Cave e Warren Ellis in “Negative Capability” di qualche anno fa. Potrebbe sembrare azzardato il parallelismo ma è l’incedere della certa e adamantina voce di Raggi, nel “portare” i poetici brani in luce che colpisce al cuore, sebbene sia opposta alla storica “scura” voce della artista inglese. Così altrettanto il violoncello di Famulari, che ci ricorda in parte gli interventi contenuti nel sopra citato album della cantante inglese, e per fraseggi e arrangiamenti originalissimi o addirittura sfidanti. Ma uno dei tanti elogi che possiamo senz’altro raccontare è che le due artiste hanno registrato questo materiale in diretta live alla  Radio elevisione svizzera italiana durante il programma radiofonico “Musica di seta, viaggio in punta di corde nella musica d’autrice”. Programma scritto dalla stessa Raggi che ripercorre con storie e canzoni, donne pioniere, che raccontano le loro conquiste e le loro scelte di vita attraverso la forza della parola e del linguaggio universale della musica. Un disco coraggioso, militante addirittura, oseremmo dire, visti i tempi odierni e i temi centrali che le due artiste scelgono di reinterpretare. Non rimarranno deluse le autrici originali, che con queste canzoni hanno voluto sottolineare le gioie e le problematiche dell’universo femminile. Un album che per le caratteristiche e l’evidente capacità delle protagoniste di trasformare dei brani in “altro”, senza snaturarli della loro essenza, dovrebbe essere preso ad esempio nelle scuole di musica.

Un album che nella sua scarna ma efficace e perfetta esecuzione, racconta della purezza dei volti ritratti dal mitico Paolo Soriani in copertina. Due fiori con una unica bocca: quella che parla, canta, denuncia, grida la forza, la rabbia, l’ironia e la poesia dell’essere donna. E di essere rispettata e che non può e non deve tacere mai. Due rose rosse nella neve dell’inverno che ci sorprenderà a breve. Due donne, due voci che diventeranno nostre amiche, riscaldandoci in questi tempi turbolenti, insegnandoci il senso della vita.

L’appuntamento

Chiara Raggi, voce e chitarre e Giovanna Famulari, violoncello e voce, presentano in concerto il loro nuovo album In punta di corde Live at RSI il 13 gennaio al Teatro degli Atti a Rimini