La proposta di legge di iniziativa popolare che obbliga le donne ad ascoltare il battito di cuore del feto prima di un’interruzione di gravidanza è l’ennesimo tentativo di colpevolizzarle
Il 16 maggio scorso è stata depositata in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare che mira a introdurre nell’articolo 14 della legge 194 del 1978 l’obbligo, per le donne che vogliono abortire, di ascoltare il battito fetale del nascituro. Questa iniziativa è stata promossa dalla raccolta firme di circa 50 associazioni di matrice più o meno dichiaratamente cattolica, tra cui Pro Vita & Famiglia, Ora et labora in difesa della vita e Verità e vita. Sostanzialmente si sta valutando se implementare o meno una violenza di Stato. La logica sottesa a questa proposta è, grossomodo, che se sei rimasta incinta per sbaglio è colpa tua, perché potevi stare più attenta e ora non puoi pretendere che gli altri ti aiutino. Resto in attesa, da medico, di delucidazioni per cui non adottiamo lo stesso ragionamento anche verso chi ha un tumore ai polmoni per aver fumato troppe sigarette. Se rispondo a un paziente oncologico “io non ti aiuto perché il tumore te lo sei fatto venire tu e ora è responsabilità tua” mi mandano in galera, ma se lo dico a una donna che vuole fare interruzione di gravidanza perché magari il contraccettivo che ha usato non ha funzionato, la legge italiana mi definisce “obiettore di coscienza” e la legge morale mi fa pure un plauso. Poi se la donna in questo contesto psico-fisicamente e socio-economicamente così delicato porta avanti una gravidanza non voluta per dei forti condizionamenti esterni e sviluppa una grave depressione che compromette non solo la sua vita, ma anche quella del bambino che avrà chi se ne importa. In fondo basta che gli esseri umani respirino e va tutto bene, tanto dolore, sofferenza e malattia sono intrinseche alla natura umana, almeno secondo una determinata matrice culturale religiosa. Quindi, a dispetto di ogni logica, la donna che sceglie l’aborto è un’irresponsabile che compie un omicidio ed è condannata dal Dio cristiano, mentre lo Stato che vende le sigarette causando tumori e infarti non è un’omicida di massa perché, a quanto pare, redento dalla benedizione del Dio Denaro, che lava le mani da tutti i peccati. Ovviamente il punto non è fare un elogio o sminuire il significato fisico e psicologico di un’interruzione di gravidanza, inducendo le persone a viverlo con leggerezza, ma sottolineare quanta ipocrisia ci sia a livello statale e parastatale.

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