Il sociologo di origini ebraiche Zuckermann, che è uno dei maggiori studiosi di ebraismo e Shoah al mondo, è stato tacciato di antisemitismo per aver criticato il governo di Tel Aviv

Sul magazine tedesco Overton si racconta l’aria che tira intorno a Moshe Zuckermann, professore emerito di storia e filosofia dell’università di Tel Aviv, firmatario della Dichiarazione di Gerusalemme sull’antisemitismo nata in risposta alla definizione adottata nel 2016 dall’Ihra che include undici «esempi» di antisemitismo, sette dei quali incentrati sullo Stato di Israele, generando – secondo i firmatari della dichiarazione – confusione e controversie e indebolendo perciò la stessa lotta contro l’antisemitismo.

Zuckermann, che è uno dei maggiori studiosi di ebraismo e Shoah al mondo, è stato invitato dal Consiglio per la pace di Heilbronn a un evento che avrebbe dovuto svolgersi martedì 12 marzo. Era prevista una conferenza seguita da una discussione, che avrebbe dovuto includere una spiegazione della situazione attuale in Israele/Palestina, un’analisi della storia del conflitto e una discussione sulle prospettive future e sulle possibili soluzioni. L’iniziativa avrebbe dovuto tenersi presso la sede della locale Università popolare. 

La Deutsch-Israelische Gesellschaft (Dig) ha condannato l’iniziativa affermando che l’oratore sarebbe un sostenitore del movimento Bds (Boicottaggio disinvestimento e sanzioni). Poi, l’Università popolare come «misura precauzionale» ha ritirato la compartecipazione e ritenuto addirittura necessario rivolgersi al ministero degli Interni. Inevitabile scatta la risposta con l’accusa bisbigliata del consigliere personale del Commissario del governo federale per la vita ebraica in Germania e la Lotta all’antisemitismo: «Zuckermann è effettivamente molto controverso a causa delle sue posizioni su Israele». 

La risposta di Zuckermann è da leggere con attenzione: “Quindi ora posso vantarmi di essere stato ufficialmente dichiarato antisemita dal governo federale tedesco. – scrive il professore – Si potrebbe semplicemente respingere questa affermazione: cosa capisce il governo federale tedesco, compreso il suo “commissario per l’antisemitismo”, riguardo all’antisemitismo? Ma poi il verdetto resta sospeso: l’istituzione dominante tedesca ha ritenuto l’ebreo Moshe Zuckermann un antisemita. Non che io possa farci qualcosa, ma penso comunque che alcune cose da chiarire o chiarire siano opportune. Quindi ecco alcune note sulla farsa”. Zuckermann scrive: “sono le mie posizioni su Israele , non sugli ebrei o sull’ebraismo, a rendermi controverso tra gli amici di Israele. Ora sono cittadino israeliano e, come ogni cittadino responsabile, ho non solo il diritto ma anche il dovere civico di prendere posizione nei confronti dello Stato in cui vivo. Se necessario, ciò include posizioni critiche che potrebbero non essere accettabili per il Dig o il commissario per l’antisemitismo”. 

Infine: “Di conseguenza, – scrive il professore emerito – ne consegue che l’antisemitismo, l’antisionismo e la critica a Israele devono essere tenuti separati. Ricorda che non tutti gli ebrei sono sionisti, non tutti i sionisti sono israeliani e non tutti gli israeliani sono ebrei. Ma coloro che usano tale diffamazione polemica (come fa Leonard Kaminski) evidentemente non pensano nemmeno che si possa essere antisionisti senza antisemitismo e critici nei confronti di Israele senza antisionismo; sì, si può anche essere sostenitori di Israele e del sionismo, ma allo stesso tempo essere antisemiti. Diventa particolarmente grave – secondo Zuckermann – quando, in questo contesto, i non ebrei accusano gli ebrei di antisemitismo, e alcuni ebrei non hanno altra scelta che ricorrere alla perfidia di accusare gli ebrei critici nei confronti di Israele (anche gli ebrei israeliani) di “odio ebraico verso se stessi”. .” A proposito, questa è una tattica ben nota dell’Hasbara israeliano”. 

Buon mercoledì. 

 

Fra i libri di Zuckermann Faith no more, Living the secular life

Qui una conferenza di Zuckermann sul’etica senza religione

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.