La Corte europea dei diritti dell'uomo ha pronunciato una sentenza storica contro la Svizzera: l’azione contro il cambiamento climatico è un diritto. La causa era stata intentata dall'associazione Anziane per il clima. Questa sentenza diventa un precedente giuridico importante

È una sentenza storica anche se piccola quella che arriva dalla Corte europea dei diritti dell’uomo contro la Svizzera. I giudici di Strasburgo hanno pronunciato la prima sentenza che sancisce che l’azione contro il cambiamento climatico sia un diritto. La causa è stata intentata da “Anziane per il clima”, un’associazione che conta più di 2mila associate, alcune delle quali – tutte nate tra il 1931 e il 1942  – avevano fatto causa alla Confederazione elvetica per avere violato l’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, ovvero il diritto al rispetto della vita privata e familiare, in quanto non ha preso sufficienti misure per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

La Svizzera, ha spiegato la Corte, non ha agito «in tempo e in modo appropriato per concepire, sviluppare e attuare le leggi e le misure opportune». Aggiungendo, che questo «elemento viola i diritti umani». La Corte europea per i diritti dell’uomo fa parte del Consiglio d’Europa, che è composto da 46 membri. Le cause (anche quelle rigettate) sono state comunque trattate come priorità dalla Grande Camera, la cui decisione in merito alla Svizzera va a costituire un precedente legale potenzialmente cruciale.

Per la giudice della Corte, Siofra O’Leary, il governo svizzero ha disatteso i suoi stessi obiettivi climatici: «Le generazioni future avranno probabilmente un fardello sempre più pesante dato dalle conseguenze degli attuali fallimenti e omissioni nella lotta al cambiamento climatico». «La sentenza stabilisce un cruciale precedente giuridico vincolante», spiega fuori dalla corte di Strasburgo Ruth Delbaere dell’associazione Avaas, che ha seguito questo e altri climate litigations, ovvero casi dove associazioni e cittadini chiedono conto dell’inazione ambientale di aziende e governi. «Fungerà d’ora in poi da modello per come denunciare con successo il proprio governo per i fallimenti climatici, la loro inerzia e le inadempienze ai trattati internazionali come quello di Parigi del 2015».

Buon mercoledì. 

Nella foto: frame del video di Anziane per il clima a Strasburgo