il governo di Giorgia Meloni ha deciso di impugnare un provvedimento amministrativo della Regione Emilia Romagna che dava le linee di indirizzo alle Ausl, istruzioni tecniche su come dare seguito alle eventuali richieste di suicidio assistito

Nel turbine delle notizie di giornata colpisce la decisione del governo di Giorgia Meloni di impugnare un provvedimento amministrativo della Regione Emilia Romagna che dava le linee di indirizzo alle Ausl, istruzioni tecniche su come dare seguito alle eventuali richieste di suicidio assistito.

Il ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato si basa sulla “carenza assoluta di potere in capo alla Regione Emilia-Romagna all’adozione dei provvedimenti impugnati”, il fatto che questi provvedimenti siano in contraddizione con le “previsioni statali di legge in materia di programmazione sanitaria” e anche il fatto che la verifica dei requisiti sia in capo al Comitato regionale per l’etica nella clinica e da commissioni di area vasta, enti “diversi da quelli espressamente chiamati dalla Corte Costituzionale nella sentenza del 2019 ad operare in attesa dell’intervento del legislatore nazionale”.

Più banalmente Meloni e la sua truppa vogliono imporre il loro oscurantismo perché ancora una volta sono incapaci di colmare un vuoto legislativo in Parlamento. Incapaci di inventarsi nuovi diritti distruggono gli esistenti per dare l’impressione di un’azione politica. Un’altra evidenza dell’ipocrisia è il fatto che – come sottolinea l’associazione Luca Coscioni – l’aiuto medico alla morte volontaria – che è un diritto stabilito, a determinate condizioni, dalla Corte costituzionale – la competenza delle Regioni è evidente. Un ulteriore particolare è che un governo che professa l’autonomia sia da mesi impegnato a imporre decisioni all’autonomia scolastica, all’autonomia regionale, all’autonomia delle persone. 

Buon venerdì.