Nel 1922, pochi giorni prima della marcia su Roma, venne fondato il Partito socialista unitario. Matteotti da segretario, impresse una linea intransigente, opponendosi a chi voleva fare compromessi con Mussolini
Due anni sono un soffio. Più brevi di un lampo, se paragonati ai tempi lunghi della storia. Eppure, a volte la forza di un esempio o di una ribellione supera l’angustia temporale, proiettandosi nei secoli. Giacomo Matteotti è stato segretario del Partito socialista unitario solo per due anni, dal 1922 al suo assassinio nel 1924, ma con la coerenza e il coraggio del suo esempio ha lasciato un’impronta indelebile nel Novecento. Nato a Fratta Polesine da una famiglia ricca, nel 1885, Matteotti abbraccia presto gli ideali del socialismo riformista. Il salto di qualità nella politica nazionale lo compie in un momento drammatico per la storia italiana. Il primo ottobre 1922 si apre il XIX congresso del Psi: lo squadrismo fascista, ormai, spadroneggia indisturbato nel Paese, eppure, davanti a questo drammatico spettacolo, va in scena un insensato processo ai riformisti di Turati. I massimalisti, che controllano il partito, li accusano di voler deviare dalla disciplina di partito, che impone di non collaborare con nessun governo borghese. Tra i pochi a rendersi conto della gravità della situazione c’è Matteotti che, il giorno dell’apertura del congresso, scrive su La Lotta un articolo dal titolo “Lavoratori uniti” per chiedere di non spaccare ulteriormente il partito, dopo la scissione comunista dell’anno prima. Ma l’appello cade nel vuoto: il 3 ottobre la mozione massimalista vince e i riformisti vengono espulsi dal partito. La “corrente” di Turati si ritrova il giorno dopo e fonda il Partito socialista unitario. Oltre a Matteotti e a Turati al Psu aderiscono Claudio Treves, Giuseppe Emanuele Modigliani, Camillo Prampolini, l’ex segretario del Psi Enrico Ferri. Ma al nuovo partito si unisce anche la maggioranza dei sindacalisti della Confederazione generale del lavoro (Cgdl), tra cui il segretario Ludovico D’Aragona, il segretario aggiunto Gino Baldesi e il segretario della Fiom Bruno Buozzi. Matteotti viene eletto segretario del Partito socialista unitario, con vice Emilio Zannerini; mentre il direttore del giornale del partito, La Giustizia, è Treves. Dalla fondazione del Psi fino al fascismo, a parte rare eccezioni, la figura del segretario si è occupata più dell’organizzazione del partito sul territorio che della linea politica.

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