Quali saranno le conseguenze del provvedimento voluto dalla destra contro la libertà di scelta delle donne sancita dalla legge 194? «Se accederanno ai dati delle donne ci sarà anche un grave problema di tutela della privacy», avverte la costituzionalista
Le Regioni potranno «avvalersi anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità» all’interno dei consultori. È una norma questa (l’emendamento al decreto Pnrr presentato da Fratelli d’Italia e approvato dal Senato il 23 aprile ndr) che si traduce facilmente in: i “pro-life” potranno accedere nelle strutture dove si fanno la maggior parte delle certificazioni per l’aborto. Senatrici dell’opposizione sono insorte in Aula e hanno subito denunciato il fatto che si tratti di «un attacco bello e buono alla legge e di una mano tesa agli antiabortisti».
Questa norma è passata nonostante proprio verso il provvedimento da parte del governo italiano, nei giorni immediatamente precedenti, fosse arrivata una bocciatura da parte dell’Ue. La portavoce della Commissione europea aveva sottolineato come queste misure, incluse nel decreto Pnrr, «non hanno alcun legame con il Pnrr».
Sulle conseguenze che questa legge potrebbe avere sui diritti delle donne, sulla libertà di scelta e sul futuro delle lotte per l’autodeterminazione delle persone abbiamo posto alcune domande alla costituzionalista Marilisa D’Amico, prorettrice delegata a Legalità, trasparenza e parità di diritti e ordinaria di Diritto costituzionale dell’Università degli Studi di Milano. D’Amico è anche a capo del centro di ricerca Human Hall, hub per l’innovazione e la tutela dei diritti (spoke 6 del progetto Pnrr Musa), che si occupa anche di programmi per la promozione della parità di genere.
Professoressa D’Amico lei si è battuta per i diritti delle donne durante tutta la sua attività da avvocato e anche nel suo lavoro accademico si impegna contro stereotipi e ostacoli che impediscono il raggiungimento della reale parità di genere. Come interpreta quanto sta accadendo rispetto alla 194 ? Viene messo in pericolo il principio di autodeterminazione delle donne?
È un attacco alla legge 194 e questo significa attaccare in radice la libertà di autodeterminazione delle donne. Di più, significa attaccare una legge laica in cui c’è un preciso bilanciamento tra i diritti della donna e quelli del nascituro. L’importanza del diritto di scelta conquistato con questa disciplina è dimostrata anche dalla scelta di proteggerlo con una forma di tutela rafforzata, la 194 infatti non può essere abrogata con una legge ordinaria perché ha un contenuto costituzionalmente vincolato. Dal punto di vista giuridico la Corte costituzionale si è già espressa in modo chiaro: alla luce dei principi costituzionali di cui agli artt. 2 (garanzia dei diritti inviolabili dell’uomo), 3 (uguaglianza) e 32 (tutela della salute) della Carta, nessuna fonte di rango primario come una legge ma neanche quindi questo decreto, può cambiare il nucleo essenziale della legge.
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