Il ministro Salvini ha rilanciato una notizia falsa su una pugile transgender che non lo è, seguito da un manipolo di parlamentari che ne hanno fatto addirittura un’emergenza politica

L’ultima giornata di luglio si è consumata osservando il vice presidente del Consiglio nonché ministro nonché leader (traballante) della Lega che ha rilanciato una notizia falsa su una pugile transgender che non lo è, seguito da un manipolo di parlamentari che ne hanno fatto addirittura un’emergenza politica. 

La pugile trans algerina che deve sfidare l’azzurra Angela Carini non esiste. Come hanno provato a spiegare alcuni giornalisti, Imane Khelif era stata squalificata dai Campionati mondiali femminili per gli elevati livelli di testosterone che violavano le regole della federazione internazionale di boxe Iba.

Le malattie che possono causare squilibri di testosterone nelle donne vanno dall’irsutismo, la sindrome dell’ovaio policistico e l’iperplasia surrenalica congenita. Come spiega Simone Alliva su L’Espresso la vicenda ricorda «Caster Semenya due volte campionessa olimpica degli 800 metri, esclusa da alcune competizioni sportive per essersi rifiutata di assumere farmaci che riducessero il suo alto livello di testosterone, causato da una disfunzione genetica che le provoca l’iperandroginia». La Corte europea dei diritti dell’uomo nel febbraio 2021 ha sentenziato che Semenya era “stata discriminata”.

Ma più che discutere del sesso dei pugili (nemmeno angeli) vale la pena sottolineare gli esponenti del governo e la loro stampa cameriera che per una giornata intera hanno frugato nelle mutande di un’atleta semplicemente per rilanciare le strampalate teorie di “gender” e “woke”. E come spesso accade Salvini è alla testa dei facinorosi. 

Buon giovedì. 

Nella foto: la pugile algerina Imane Khelif (Instagram)