E così il sottosegretario alla Giustizia è andato a visitare un carcere senza accorgersi che ci sono dei detenuti e violando la legge nel luogo che dovrebbe rieducare alla legge

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha ancora addosso la macchia d quella Capodanno passato con il suo amico e collega di partito Emanuele Pozzolo che, secondo la Procura, avrebbe sparato al suo caposcorta. Sparito per un po’ dai radar ha deciso di riemergere nei giorni ferragostani per visitare il carcere di Taranto. 

In una situazione di insopportabili suicidi all’interno delle carceri e di caos politico su una riforma che non arriverà mai Delmastro ci ha tenuto a farci sapere di “non essersi inginocchiato alla Mecca dei detenuti”. Per lui era importante dirci che ha visitato solo gli agenti di polizia penitenziaria. Come nelle peggiori distopie Delmastro ritiene il carcere il luogo dove si affrontano i buoni contro i cattivi, il terreno di scontro tra agenti penitenziari che rappresentano la mano dura dello Stato e quegli sciagurati di detenuti che si meritano tutte le angherie. In questo filone si inserisce la scelta di inaugurare il plotone speciale di militari che dovranno occuparsi delle rivolte carcerarie, con buona pace dei 60 suicidi dall’inizio dell’anno.

Non contento il sottosegretario si è fatto anche fotografare mentre fumava beatamente una sigaretta sotto un cartello di divieto di fumo stampato in bella vista. Foto rimossa dai suoi social troppo tardi, quando tutti noi abbiamo potuto gustare un sottosegretario alla Giustizia che entrato in un carcere senza accorgersi che ci sono dei detenuti e violando la legge nel luogo che dovrebbe rieducare alla legge. Perfetto. 

Buon venerdì.