In questo momento è all’attenzione pubblica la figura di Öcalan, il leader curdo rinchiuso dal 1999 nella prigione turca di Imrali, per anni senza la possibilità di ricevere visite, nemmeno dei suoi legali, come Left ha denunciato più volte. La lotta di liberazione delle donne è al centro del pensiero politico di Öcalan in questa intervista di Daniela Frascati uscita su “Liberazione” nel 1999 dopo un incontro (come Forum delle donne Prc e grazie a Elettra Deiana) avvenuto pochi giorni prima che Ocalan venisse espulso dall’Italia dove aveva fatto richiesta di asilo politico. Ringraziando l’autrice, pubblichiamo l’articolo, continuando il nostro impegno a informare sulle lotte di liberazione delle donne curde e sull’esperienza del confederalismo democratico del Rojava.
La stanza dove Öcalan ci riceve nel villino dell’Infernetto, è una piccola stanza ingombrata da un grande armadio a parete. Un divano e due poltrone occupano il resto dello spazio disponibile. Le imposte sono rigorosamente serrate. È un luogo opprimente e claustrofobico dove quest’uomo, leader del Pkk e capo riconosciuto da milioni di kurdi, vive prigioniero della sua battaglia per la libertà e il riscatto dall’annullamento etnico a cui lui e il suo popolo sono condannati.
Parla senza enfasi ma con passione. Sorride spesso, e non sembra affatto un duro come invece appare nelle foto. Anche le cose che ci dice sono fuori dagli schemi che ci aspetteremmo da un leader che deve condurre una lotta aspra e radicale per affermare la causa del suo popolo.
«Il progetto che più mi sta a cuore è la libertà della donna. E questo non è un mezzo ma un fine».
Poi racconta della sua famiglia e della madre. Una donna che sprigionava, in lui bambino, l’idea di una grande forza positiva e che non accondiscendeva a essere imprigionata negli schemi di una famiglia tradizionale.
«Tra me e lei c’era sempre una lite. Lei nascondeva il pane e io, come spesso fanno i bambini, disubbidivo e cercavo di averne di più. – Se tu mi hai messo al mondo, devi darmi da mangiare – le dicevo – il bambino ha più diritto di te. – Ma lei, da donna forte, rivendicava il suo diritto di madre. C’è un proverbio kurdo che dice – Il paradiso è la terra sotto i piedi della madre. – Io non le ho mai scritto neanche una lettera. Un giorno si era lamentata perché non le facevo avere la stoffa per degli abiti di cui aveva bisogno. Ma credo che quello che sto facendo sia la migliore cosa che possa fare per mia madre, poiché è stata lei a farmi scoprire la forza delle donne, e farmi sognare un futuro migliore. Non tradirò mai il mio sogno di bambino».
Le chiediamo scherzando se vorrebbe che una donna prendesse il suo posto.
Ocalan risponde con un grande sorriso.
«Assolutamente, lo vorrei! Ci penso spesso. Chiamare il popolo kurdo e dire: – Ecco, voi avete una regina, una capa. – E non è solo un desiderio, un’emozione. È la verità. È quello che sento veramente! Ma so che sarebbe un evento prematuro, e la società dominata dagli uomini non l’accetterebbe».
Sul televisore acceso scorrono le immagini di una grande manifestazione di kurdi in una piazza di Bonn. Mentre Öcalan parla, ogni tanto getta lo sguardo verso lo schermo. Sono migliaia le donne in quella piazza. Chissà che tra loro non ci sia veramente la futura regina dei kurdi!
L’autrice: Daniela Frascati è stata assistente parlamentare per il Prc nella commissione Difesa e successivamente nelle commissioni Lavoro e Cultura
Nella foto: manifestazione a Bruxelles, 14 ottobre 2019 (foto Jan Maximilian Gerlach)