La cantante e musicista parla di Here and Now, il nuovo album realizzato in duo con il contrabbassista Bob Nieske. Un lavoro in cui ha sperimentato «un’assonanza tra il suono delle parole di Shakespeare e quello di Mingus»
La ricerca musicale di Marilena Paradisi non si è mai fermata. La cantante e musicista romana è partita dall’improvvisazione tipica del jazz canonico, per poi andare ad esplorare i territori della musica colta contemporanea, in un originalissimo percorso di andata e ritorno nel corso del quale non è mai venuto meno l’approfondimento intorno all’espressività della voce umana e la ricerca sul “suono” e sulla sua essenza, ivi compreso il silenzio, che ne è il naturale suggestivo complemento. Nel corso della sua più che ventennale carriera Marilena Paradisi ha avuto modo di collaborare con grandi musicisti jazz italiani ed internazionali come Eliott Zigmund, Harvey Diamond, Kevin Harris, Louiz Banks, Piero Leveratto, Renato Sellani, Dino Piana, e, in ambito contemporaneo, con il chitarrista Arturo Tallini, con il percussionista Ivan Macera e con la grande soprano giapponese Michiko Hirayama. Abbiamo incontrato Marilena Paradisi in occasione dell’uscita del suo nuovo lavoro realizzato in duo con il contrabbassista Bob Nieske - Here and Now (Losen Records) - che conferma il suo ritorno al jazz, a sette anni da Some place called where inciso con il pianista Kirk Lightsey. E a proposito di Bob Nieske, il contrabassista d’Oltreoceano ci tiene a sottolineare l’originalità del loro incontro musicale: «La prima volta che ho suonato con Marilena - dice - mi è sembrato tutto molto familiare, perché lei ha un approccio e una libertà simili a quelli di Jimmy Giuffre, il grande clarinettista con cui ho iniziato la mia carriera nel 1979. La voce di Marilena e il mio suono volavano insieme, come due uccelli che si rincorrono muovendosi l’uno intorno all’altro». Ma in Here and now non c’è solo la voce di Marilena Paradisi: la musicista infatti ha scritto anche i testi che compaiono in tre brani del disco: “Portrait in black and white” nel quale ha tradotto in italiano il testo di Antonio Carlos Jobim, “Lawns” di Carla Bley in inglese, mentre sulla melodia di “Duke Ellington’s sounds of love” di Charles Mingus, ha inserito un celebre testo poetico da Il mercante di Venezia di Shakespeare («Dimmi dimmi dove nasce la fantasia»). Marilena Paradisi, come è nata l’idea del progetto e del sodalizio con Bob Nieske? Nel 2019 mi trovavo a Boston e ho avuto l’occasione di fare un concerto in duo in Cambridge con Bob Nieske. Non avevamo mai suonato prima e devo dire che siamo stati tutti e due molto contenti di come è andata. Un’inaspettata intesa musicale, come se ci conoscessimo e suonassimo insieme da anni. Capita davvero raramente una cosa del genere, e quando succede, la musica viaggia da sola e vola alta, e per un duo voce e contrabbasso è davvero una cosa notevole. Ci eravamo quindi riproposti di realizzare un progetto insieme. Poi con il Covid tutto è stato rimandato. Finalmente ci siamo potuti incontrare di nuovo nel maggio scorso sempre a Boston per registrare.

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