«Chi ha decretato la gestazione per altri reato universale non ha a cuore i bambini. Basti dire che li mandano con le madri in carcere», fa notare l'autrice del libro "Gravidanza per altre persone", in cui affronta anche la differenza tra maternità e gestazione, sessualità e procreazione
Evidentemente non bastava al governo Meloni che il divieto della gestazione per altri fosse già sancito dalla legge 40/2004, legge (antiscientifica) sulla fecondazione medicalmente assistita. Così ecco quella di cui si è fatta promotrice Caterina Varchi di Fratelli d’Italia, approvata lo scorso 9 ottobre. Come è noto la nuova norma onnipotentemente bolla la gestazione per altri come reato universale. «Una dizione priva di senso», commenta la giornalista scientifica Eva Benelli, autrice del libro Gravidanza per altre persone (Bollati Boringhieri). «Quell’unico articolo ribadisce il divieto della legge 40 e afferma che il reato è tale anche se commesso all’estero. Dunque riguarda gli italiani, non l’universo mondo. Come si fa a pensare che un provvedimento approvato da un Parlamento, per quanto sovrano, possa essere validato da altri Paesi?». Potremmo dire che è un bluff solo per far passare un certo messaggio? «Beh, mettiamola così, se io fossi una persona contraria alla gestazione per altri e sentissi dire che ora è reato universale e poi scoprissi che non è vero sarei piuttosto seccata. È come trattare i cittadini da minus habens». Così questa norma scontenta tutti: ad alcuni pare una presa in giro, per altri è una crudeltà. «Soprattutto mi colpisce moltissimo questo atteggiamento aggressivo e punitivo nei confronti di persone che hanno problemi di sterilità», sottolinea Benelli. «Sono la maggioranza fra quanti si rivolgono alla gpa. Le coppie omogenitoriali sono un numero molto limitato. Parliamo perlopiù di coppie che cercano di risolvere la propria condizione patologica. Perché tanta cattiveria?». La ministra per la famiglia Eugenia Roccella è arrivata anche a invocare la delazione dei medici per individuare le coppie che ricorrono a questa pratica. «Auspicio che lascia il tempo che trova - chiosa la giornalista -. I medici hanno una chiara deontologia. E già in passato si rifiutarono quando furono invitati a denunciare i clandestini. Sono richiami ricorrenti che hanno una valenza declamatoria; credo che neanche Roccella si potesse aspettare che ci fosse una adesione a questo invito». Ma detto questo, una parte dell’opinione pubblica è contraria alla gestazione per altri. Si teme che ci sia sfruttamento delle donne gestanti. «Io non voglio negare la complessità della situazione - precisa Benelli -. Bisogna evitare con cura che si possano verificare situazioni di abuso, in cui delle persone che hanno delle fragilità possano essere portare a fare qualcosa che non desiderano fino in fondo. Sono situazioni che riguardano anche altri contesti, come ad esempio i matrimoni forzati. Il punto non è perseguitare e perseguire ma tutelare tutte le persone coinvolte in un percorso di gestazione per altri, come tanti Paesi hanno fatto».

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