«C'è una rivoluzione in corso da cui difficilmente si potrà tornare indietro», scrive Elena Cattaneo in Scienziate, storie di vita e di ricerca (Raffaello Cortina). è la rivoluzione silenziosa delle studentesse, delle ricercatrici, delle donne che si dedicano allo studio di materie Stem e non solo. Con passione e determinazione, dovendo affrontare mille ostacoli. Nei panni inediti della “giornalista”, per scrivere questo libro la senatrice a vita e scienziata di fama internazionale è andata a incontrare colleghe che hanno primeggiato in differenti ambiti del sapere e in questo libro ci regala undici ritratti inediti e un generoso spicchio di autobiografia. Incontriamo così l’astrofisica Mariafelicia De Laurentis, che è riuscita a vedere l’invisibile dei buchi neri, e la scienziata che ha sfidato la fisica quantistica, Catalina Oana Curceanu. E poi la genetista Vittoria Colonna, l’etologa Alessandra Mascaro e tante altre. Alle loro spalle balenano tanti ritratti di pioniere che hanno aperto loro la strada (brilla per esempio il ritratto della paleontologa Mary Anning che, sfidando i pregiudizi, ebbe il coraggio di perseguire un’intuizione avuta a soli 12 anni). Non tutte sono scienziate di materie Stem in senso stretto: ci sono anche studiose come la chimica Costanza Ferrari e la filologa Silvia Ferrara che hanno fatto le loro importanti scoperte superando le rigide compartimentazioni del sapere.
Senatrice Cattaneo, in un certo senso, potremmo dire che questo suo libro è una “autobiografia collettiva” di scienziate?
Sono storie in cui mi sono rivista completamente. Pur occupandosi di ambiti del sapere molto diversi, sono donne che hanno molto in comune, a cominciare dalla passione per la ricerca. Le unisce l’idea che “si possa fare”, che nulla possa essere precluso ad una donna o un uomo per il solo fatto di essere donna o uomo. Forse questo è il messaggio collettivo.
Ogni storia diventa qui affascinante racconto. Quanto è importante comunicare la ricerca?
Io sono una fan della comunicazione, penso che il vostro lavoro sia il collante della società. E il racconto è anche un modo per spogliarsi dai ruoli prestabiliti e avvicinare le persone. Racconti così i tuoi inizi, le fragilità, che cosa vuol dire avventurarsi in un campo che magari è erroneamente considerato prerogativa maschile. Nelle storie che ho raccontato ci vedo i sogni, l’audacia, i fallimenti, inevitabili per ciascuno di noi e che non devono mai essere vissuti come una caduta senza ritorno.
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