Per capire cosa intenda il governo per “scudo penale” per le forze dell’ordine, è bastato aspettare qualche ora. Ieri il ministro degli Esteri di Israele Gideon Sa’ar, dopo la sua visita a Roma, ha raccontato: «Ho parlato con i ministri Tajani e Nordio. Non ho l’abitudine di riferire ciò che si dice, ma non c’è nessun problema per chiunque venga a Roma, nemmeno per Netanyahu».
La Corte penale internazionale, per Meloni e compagnia, insomma è carta straccia. Il mandato d’arresto dell’Aja è uno spreco di carta e di tempo che il governo italiano – come già prima quello polacco – ritiene utile solo se coinvolge qualche nemico assodato. Nient’altro.
Lo scudo penale per Netanyahu è la fotografia dell’agire del governo nella politica estera e nella concezione di giustizia. Si “scusa” chiunque possa essere inserito nella cerchia degli amici del governo e si bastona chiunque possa essere considerato “nemico della patria”. Il diritto internazionale, i diritti costituzionali e le libertà civili sono solo polverosa burocrazia da sventolare alla bisogna. Accade con il capo del governo israeliano, accade con i trafficanti di governo in Libia, accade con i satrapi in Ungheria e Turchia.
Accade così anche nella politica estera, dove le interferenze sono benvenute se provengono da qualche oligarca amico. La politica estera italiana è una lunga striscia di favori ai limiti della legalità (Albania e Tunisia insegnano) per stringere rapporti. La cosiddetta autorevolezza internazionale è uno smodato amichettismo in giro per il mondo.
Ovvio che a gente così, le leggi e il diritto risultino un disturbo.
Buon giovedì.
In foto: 10 marzo 2023 : La presidente del Consiglio Meloni incontra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a Palazzo Chigi.