La circolare firmata dall’amministratore delegato della Rai Gianpaolo Rossi introduce un principio che potrebbe segnare la fine dell’autonomia editoriale di Report. Secondo la disposizione, tutti i programmi giornalistici dovranno essere gestiti da una “struttura editoriale” esterna al conduttore. Questo significa che Sigfrido Ranucci, oltre a non poter più decidere liberamente temi, scaletta e budget, si troverà sottoposto a un responsabile designato dall’azienda, con potere decisionale su ogni aspetto del programma.
La giustificazione formale è la necessità di garantire una corretta “segregazione dei poteri”, ossia evitare che chi produce i contenuti coincida con chi li sovrintende. Ma nei fatti, questa scelta si traduce in un commissariamento mascherato, una misura che pare pensata apposta per colpire l’unico programma di approfondimento capace di mettere il potere sotto la lente di ingrandimento.
Non è un caso che la circolare arrivi dopo le recenti inchieste di Report su temi particolarmente delicati, come la società Visibilia, e dopo le critiche pubbliche di Marina Berlusconi. Mentre l’Usigrai denuncia un attacco diretto all’informazione indipendente, la scelta sembra inserirsi in un disegno più ampio: neutralizzare le poche voci giornalistiche non allineate al potere politico.
Con questa mossa, la Rai si allontana ancora di più dalla sua missione di servizio pubblico, trasformando la vigilanza in un sistema di controllo. Controllare al posto di vigilare, comandare al posto di governare: è la loro natura.
In foto: Sigrido Ranucci, fonte ufficio stampa Rai