Che dire della celere disponibilità di un pezzo dell’imprenditoria italiana ad allargare i cordoni della borsa, mettendosi in allerta alla prima (finta) telefonata di un uomo di potere?

Alcuni tra i migliori imprenditori del Paese sono cascati come polli in una truffa architettata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Per farla breve, un presunto collaboratore del ministro della Difesa Guido Crosetto avrebbe telefonato a Giorgio Armani, Marco Tronchetti Provera, Patrizio Bertelli, alle famiglie Caltagirone e Del Vecchio tra martedì e giovedì della scorsa settimana, chiedendo un bonifico urgente per liberare alcuni «giornalisti italiani rapiti in Medio Oriente». La voce del ministro sarebbe stata clonata o perfettamente imitata, risultando oltremodo verosimile. Almeno in due hanno pagato. Il bonifico è andato a buon fine.

C’è quindi un milione di euro che giace su conti esteri, che gli investigatori stanno cercando di congelare prima che finisca nelle mani dei malfattori. Il ministro in persona ha denunciato l’episodio. La Procura si muove.

Tacito accennava alla “cupiditas serviendi”, ovvero l’eterna “cupidigia del servire di cui l’essere umano è affetto”. Uno dei nodi di questa antipatica situazione risiede infatti nella celere disponibilità di un pezzo dell’imprenditoria italiana ad allargare i cordoni della borsa, mettendosi in allerta alla prima (finta) telefonata di un uomo di potere. Mi pare che in pochi stiano riflettendo sulla disponibilità a bonificare il potente di turno in nome di una non meglio precisata ragion di Stato, che prevederebbe pagamenti sommersi e immediati.

C’è un tema di promiscuità con il potere, oltre alla superficialità, che dovrebbe interrogare più della stessa truffa. Non sta accadendo.

Buon lunedì.