Un altro criminale di guerra libico si aggira liberamente in Italia. Dopo il caso di Mahmoud Almasri, adesso tocca ad Abdul Ghani Al-Kikli, noto signore della guerra di Tripoli, accusato di torture, sparizioni forzate e omicidi extragiudiziali. Lo denuncia l’account @RefugeesinLibya, pubblicando una foto che lo ritrae in una stanza dell’Ospedale Europeo di Roma, circondato da uomini chiave del governo libico di Abdul Hamid Dbeibah.
Al-Kikli, secondo alcune fonti, è nella lista dei ricercati della Corte penale internazionale, ma l’Italia, invece di collaborare con la giustizia internazionale, sembra offrirgli ospitalità. Non è il primo caso. Già con Almasri, accusato di traffico di esseri umani e crimini contro le persone migranti, il governo Meloni si era dimostrato più incline all’accoglienza dei carnefici che delle vittime. Il paradosso è che mentre l’esecutivo si vanta di aver trasformato l’Italia in una fortezza contro l’immigrazione, consente a chi di quell’immigrazione ha fatto un business sanguinario di muoversi indisturbato nel nostro Paese.
La foto pubblicata da @RefugeesinLibya non lascia spazio a interpretazioni: Al-Kikli è in Italia, ospite di un sistema che ignora la giustizia e i diritti umani. E se la comunità internazionale chiede risposte, da Roma si alza il solito silenzio complice.
Buon venerdì.