Negli ultimi anni, nei municipi e nelle amministrazioni locali, si sono aperti spazi di lotta e processi di governo che hanno dimostrato una cosa fondamentale: il municipalismo non è solo gestione, è una visione politica alternativa. Il 30 marzo Ada Colau, Massimo Zedda Massimliano Smeriglio, Roberto Gualtieri e tanti altri ne discutono a Roma

Viviamo un terremoto politico e sociale che impone un ripensamento radicale per le forze d’alternativa. La destra internazionale ha trovato una nuova coerenza, un linguaggio semplice e spietato, un’egemonia culturale che avanza di pari passo con la crisi della democrazia rappresentativa. E mentre le destre occupano lo spazio pubblico con parole d’ordine nette e strategie aggressive, la sinistra tradizionale si aggira smarrita, incerta su sé stessa, priva di una direzione chiara.
Chi governa gonfia il proprio consenso con la paura. Il vento forte che soffia dagli Stati Uniti attraversa l’Europa e si abbatte ovunque con la stessa violenza, è il vento dell’estrema destra: sicurezza contro libertà, ordine contro giustizia, confini contro diritti. Una visione proprietaria e privata dello Stato, capace di imprimere svolte repentine alla politica estera e di guerra, che l’Unione europea ha seguito come mantra fino ad oggi. L’arrivo di Trump accelera un paradigma già segnato e toglie il velo ad un nuovo processo di accumulazione che accentra il potere nelle mani di pochi oligarchi e schiaccia le persone. Il video trumpiano di Gaza sommersa di dollari e, contestualmente, la sospensione unilaterale del supporto all’Ucraina ci confermano che non vi può essere più alcuna fiducia nell’approccio globale degli Usa che sta determinando una modificazione del sistema economico e di sviluppo, indirizzando la spesa pubblica verso le armi e smantellando le fondamenta delle costituzioni occidentali praticando la separazione tra libertà e democrazia.
E di fronte a questo assedio, cosa fa la sinistra? Si rifugia nelle sue roccaforti logore, si perde in dibattiti autoreferenziali, organizza convegni sulle buone pratiche amministrative. Come se il fascismo diffuso potesse essere fermato con la manutenzione partecipata dei marciapiedi.
No, non basta più. Serve un salto di paradigma, un’azione politica che torni a parlare alla carne viva della società. Perché la politica non può essere solo un esercizio di mediazione e gestione della cosa pubblica: deve essere visione, conflitto e trasformazione.
Se la politica nazionale è paralizzata, le città possono diventare le nuove “casematte” della sinistra. Luoghi di resistenza e sperimentazione, officine di una democrazia che non si riduce al voto ogni cinque anni, ma si costruisce ogni giorno, nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi di lavoro. Non è un’utopia: è già realtà.
Negli ultimi anni, nei municipi e nelle amministrazioni locali, si sono aperti spazi di lotta e processi di governo che hanno dimostrato una cosa fondamentale: il municipalismo non è solo gestione, è una visione politica alternativa. È il rifiuto della rappresentanza passiva, la costruzione di comunità agenti capaci di autogovernarsi, il superamento di un modello economico che svuota le città di senso lasciandole in balìa della speculazione e della rendita finanziaria.
Questa è la sfida. E non è una sfida astratta. È fatta di battaglie concrete: la casa, l’emergenza abitativa, la turistificazione selvaggia che trasforma i centri storici in luna park per ricchi e le periferie in recinti sociali. È fatta di lotte per il clima, per la giustizia sociale, per una sicurezza che non sia manganelli e telecamere, ma servizi, lavoro e spazi di aggregazione.
Siamo convinti che, per cambiare il mondo, la rappresentanza debba marciare insieme alle pratiche di trasformazione sociale e a una cultura politica non subalterna, capace di alimentare uno spazio politico partecipato e partecipabile. Senza questo intreccio, la sinistra resta un guscio vuoto, incapace di incidere sulla realtà. L’azione nelle istituzioni deve nutrirsi di movimento, conflitto e organizzazione dal basso. L’ottica municipalista determina un approccio che rende tutto questo praticabile: quando il governo locale incontra le lotte sociali, quando le istituzioni si aprono alla partecipazione diretta, si creano le condizioni per un cambiamento reale.
Non si tratta solo di amministrare, ma di costruire una politica che abbia un’anima, parole che accendano i cuori, un’idea di società radicalmente alternativa a quella della destra. Serve un nuovo patto tra istituzioni progressiste e movimenti, tra chi governa i territori e chi anima le piazze, tra chi ha responsabilità istituzionali e chi sperimenta nuovi modelli di convivenza e mutualismo.
Se la sinistra vuole tornare a essere un’opzione credibile, deve ripartire da qui. Non dalle alchimie elettorali, non dalle sigle stanche, ma dalle città e dai territori. Occorre, oggi più che mai, un patto per l’alternativa, un’alleanza di amministratori, movimenti, forze civiche e sociali che rimettano al centro le persone, la vita vissuta, i bisogni reali, la democrazia dal basso.
Non possiamo più permetterci il lusso dell’attendismo. La destra non aspetta, la crisi climatica non aspetta, l’impoverimento dei salari non aspetta. Serve coraggio, credibilità e generosità: merci rare nel nostro campo, ma senza le quali siamo condannati alla marginalità.
Dalle città può nascere una nuova “internazionale municipalista”, capace di sfidare la destra sovranista e tecnopopulista. Perché nessuno, nessuna, in nessuna città sceglierebbe la guerra, la paura, la disuguaglianza.
Questo è il tempo per ripartire. Questo è il tempo per dimostrare che si può fare.

L’appuntamento: domenica 30 marzo Sinistra Civica Ecologista Roma e le reti civiche del Lazio indicono un’assemblea a Roma ( dalle 9 al Nuovo cinema Aquila sui temi del municipalismo e dell’alternativa alla destra globale. «Siamo convinti che l’ottica municipalista può determinare un approccio in cui il governo locale incontra le lotte sociali e le istituzioni si aprono alla partecipazione diretta, creando le condizioni per un cambiamento reale», dicono gli organizzatori.

Questo è il link che lancia l’evento: https://www.facebook.com/share/p/1BzyxkqLgU/
Molti gli ospiti , in presenza o in video, tra cui: Ada Colau, Massimo Zedda, Roberto Gualtieri, Francesca Ghirra, Fausto Bertinotti, Francesca Druetti, Raphael Arnault, Emily Clancy, Massimiliano Smeriglio, Loredana De Petris, Luca Bergamo e tanti altri.
L’autore: Claudio Marotta è consigliere regionale Lazio