Nel Paese in cui delle persone organizzate per salvare vite in mare vengono spiate dal governo, il ministro della Giustizia parla di «clima di inquisizione» perché le opposizioni gli chiedono conto della liberazione, con tutti gli onori, di uno stupratore violento amico dei trafficanti.
L’inversione della realtà accade nel giro di poche ore. Prima il sottosegretario Mantovano ammette che l’Onu e Mediterranea sono state intercettate con il software Paragon dai nostri servizi segreti. «Indagine preventiva», la chiamano. In effetti, ci vorrebbe coraggio per ammettere che si tratta di intercettazioni non autorizzate dalla magistratura da parte di un governo che straccia per legge le intercettazioni degli altri.
Poi, ieri, il ministro Nordio in Parlamento è stato salvato dalla mozione di sfiducia che gli chiedeva conto di aver liberato il torturatore libico Almasri, generale ricercato dalla Corte penale internazionale, serenamente liberato in Italia e riportato in patria.
Il favoreggiamento politico al traffico di esseri umani compiuto da un governo che avrebbe dovuto stanare i trafficanti «in tutto l’orbe terraqueo» è l’impronta di un sopruso sistematico che ha diviso questo Paese in amici e nemici.
Adottare pratiche e opinioni contrarie ai desiderata del governo implica l’intercettazione, la querela intimidatoria, l’esposizione via social, il deliberato attacco in pubblico, perfino la derisione. Non manca nessun ingrediente per poter definire tutto questo l’opera di un’autocrazia dalla parvenza democratica.
Buon giovedì.