Il governo aggiunge un altro tassello al suo progetto autocratico. Ha emanato un decreto legge, in nome di una presunte sicurezza, riscrivendo, con lievissimi miglioramenti e qualche peggioramento, il disegno di legge che è in discussione, in Parlamento, da più di sei mesi. E’ un cambio di paradigma, una stretta securitaria e panpenalista. Siamo di fronte ad un ulteriore atto che calpesta la Costituzione.
Dove sono – lo chiediamo innanzitutto al presidente Mattarella, in base alla sua specifica funzione istituzionale – i requisiti di “straordinaria necessità ed urgenza” e i “contenuti omogenei” richiesti, per i decreti, dalla Costituzione? Il Parlamento viene trattato, ancora una volta, come un fastidioso orpello se un decreto sostitutivo di una legge già in discussione (giunta alle ultime battute per l’approvazione) sottrae al Parlamento stesso la funzione legislativa conferita dall’articolo 70 della Costituzione. Entro il mese di aprile il Parlamento avrebbe varato la legge.
Dove è, allora, il requisito della “urgenza” richiesto dalla Costituzione? Credo che il grave atto del governo abbia solo due motivazioni, molto pericolose. La prima riguarda il tentativo della Meloni di aggirare l’incostituzionalità palese di alcuni articoli del disegno di legge , facendo finta di cedere ad alcune preoccupazioni fatte riservatamente comunicare al governo dal Quirinale. Il presidente Mattarella è, probabilmente, intervenuto perché l’autoritarismo repressivo di alcuni articoli travalicavano la pur grave negazione del conflitto democratico e dello Stato di diritto. Sono mere “cattiverie”, disgustose, razziste, tese a soddisfare un blocco di popolo neofascista che, in nome della sicurezza, intesa come negazione dei conflitti, il governo alimenta.
La seconda motivazione è contenuta nella divisione interna alla maggioranza di governo. La Lega si contrappone perfino ai poteri dissuasivi del Quirinale esercitati in nome delle garanzie costituzionali. Meloni sceglie la strada del decreto, che verrà approvato con l’apposizione della “fiducia”, obbligando la sua maggioranza ad essere unita nel voto finale. Inoltre, regala alla Lega un pessimo decreto/stralcio sulla immunità e impunità, anche giurisdizionale, delle forze militari e di polizia. Travolgendo, ancora una volta, l’autonomia dei poteri. E’ ora di indignarci, di non essere inerti e passivi, giorno dopo giorno, se vogliamo salvare la Costituzione…
L’autore: Giovanni Russo Spena è costituzionalista e politico