Un giornalista spiato senza che si sappia da chi è roba che farebbe impallidire perfino Orbán

Ieri, di fronte ai membri del Copasir, si sono seduti i rappresentanti di Paragon Solutions, l’azienda israeliana che produce lo spyware Graphite. È stata l’occasione per fare il riassunto. Il 31 gennaio l’azienda aveva sospeso i rapporti con l’Italia dopo la diffusione delle prime notizie sul possibile abuso di Graphite sugli smartphone degli attivisti di Mediterranea e del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Poi, il 5 febbraio, Paragon avrebbe deciso di rescindere definitivamente i suoi contratti con l’Italia per violazione delle clausole etiche. Rescissione bloccata il 14 febbraio, quando l’intelligence italiana e Paragon hanno deciso di sospendere l’uso di Graphite in attesa dell’audizione del Copasir.

Sappiamo ormai con notevole grado di certezza che i servizi segreti italiani hanno usato lo spyware contro alcuni attivisti della Ong Mediterranea su impulso della Corte d’Appello di Roma per “attività di controllo preventive”. Peccato che, in caso di indagine, qualsiasi informazione carpita con quel metodo non sia utilizzabile in fase processuale.

Continuiamo a non sapere, invece, chi abbia voluto ascoltare Francesco Cancellato, direttore di Fanpage. Un giornalista spiato senza che si sappia da chi è roba che farebbe impallidire perfino Orbán, soprattutto se quel direttore ha guidato un’inchiesta all’interno del partito della presidente del Consiglio per raccontarne i pericolosi legami con l’ideologia fascista.

Cancellato però sconta due peccati mortali: l’invidia dei colleghi e l’indolenza della politica. Quindi, per lui, solo silenzio.

Buon giovedì.

Foto dal profilo FB di F. Cancellato – Credits Ciaopeople