In Italia c’è una generazione che fatica a decollare. I numeri parlano chiaro: oltre sei milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni vivono ancora con i genitori. È il 63% del totale, una percentuale allarmante se confrontata con quella di altri Paesi europei come la Germania (20%) o la Francia (26%). A fotografare una realtà stagnante, dove il passaggio all’età adulta è spesso rimandato per necessità più che per scelta, sono anche altri dati altrettanto eloquenti: il 15,2% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia, non lavora e non è coinvolto in alcun percorso formativo (i cosiddetti Neet), un dato superiore alla media dell’Unione europea, che si ferma all’11%. E la disoccupazione giovanile sotto i 25 anni resta tra le più alte d’Europa: il 19,2% contro una media comunitaria del 14,8%.
Nel frattempo, cresce il fenomeno della fuga all’estero. Nel 2024 si è registrato un nuovo record: ben 93.410 giovani tra i 18 e i 39 anni hanno lasciato l’Italia, attratti da migliori opportunità all’estero. Un dato che, di per sé, rappresenta un giudizio implicito sulle politiche pubbliche italiane.
Ma cosa fa realmente il governo per aiutare i giovani? Una domanda fondamentale, che richiede di andare oltre gli annunci e valutare concretamente l’impatto delle misure in vigore.
Con l’aiuto di politologi come Marco Improta ed Elisabetta Mannoni, degli esperti dell’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) e dell’Osservatorio politiche giovanili della Fondazione Ries, guidato da Luciano Monti, DataRoom del Corriere della Sera ha realizzato un’analisi delle principali politiche attive per le nuove generazioni.
Il quadro che emerge è fatto di misure frammentate, investimenti limitati e, soprattutto, assenza di una visione strategica di lungo periodo.
Tra gli strumenti in vigore, uno dei più utilizzati è il Fondo di garanzia per la prima casa: permette ai giovani sotto i 36 anni di ottenere mutui coperti fino all’80% del valore dell’immobile (fino a 250mila euro). Nel 2024 hanno Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivistaQuesto articolo è riservato agli abbonati
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