Napoli, baby gang picchia una donna al supermercato e poi va a fare merenda: i minori erano stati rimproverati per aver saltato la fila». Titoli come questo purtroppo sono ormai sempre più frequenti e generalmente ci si domanda: cosa è successo ai giovani? Sono davvero cambiati e ci troviamo davanti ad una generazione violenta? Dalla ricerca di una risposta a queste domande è nato il nostro libro, scritto insieme a Laura Castaldo, Giovani autori di reato. Delinquenti non si nasce.
Ci siamo quindi ritrovati a indagare il tema della delinquenza giovanile dal punto di vista culturale, sociale e giuridico, evidenziando le criticità che potrebbero trasformarsi in possibilità di cambiamento, necessario per risolvere il problema alle radici, e partendo dal presupposto che delinquenti non si nasce, perché sebbene questo pensiero abbia mosso la cultura anche giuridica dei secoli trascorsi, siamo convinti che oggi deve rifiutarsi con forza l’idea che vi sia uno stato di cattiveria e delinquenza connaturato all’essere umano. Dopo un excursus storico siamo giunti alla conclusione che i sistemi penali, per gli adulti e per i minori, sono il frutto della cultura e del pensiero del tempo. E nelle diverse applicazioni è possibile notare come convivano spinte punitive con spinte rieducative. Con l’avvento della nostra Costituzione ed in generale dei principi internazionali di rispetto della dignità dei condannati e di recupero degli stessi si è compiuto un grande passo avanti. Oggi invece, in Italia, come in altri Paesi, assistiamo all’aggravarsi delle pene come soluzione. Pensiamo Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivistaQuesto articolo è riservato agli abbonati
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