Antirazzismo, pari diritti, libertà d’opinione, pace. Cardini della democrazia che in Italia e in Europa sono sotto attacco costante delle destre neofasciste e neoliberiste. Mimmo Lucano ci parla del suo impegno a Bruxelles in difesa di questi valori e di come, da sindaco, è tornato a far rivivere il modello di accoglienza diffusa

«È arrivata una donna con tre bambini, uno più bello dell’altro, hanno due, tre e quattro anni. Dormivano nella stazione di Padova e un ferroviere ha avuto la sensibilità di accorgersi di loro e di aiutarli. Su un cartoncino ha scritto “Riace - Sindaco Lucano”, e le ha detto: vai là. Questa donna con i suoi bambini adesso si trova qua. E io ora mando avanti i progetti di accoglienza diffusa, come il suo, con quelli che sarebbero i miei stipendi da europarlamentare».

L’ultima volta che Left ha incontrato Mimmo Lucano nella sua Calabria eravamo a Caulonia, a cinque km da Riace, dove per oltre un anno è vissuto in esilio forzato per via dell’assurda inchiesta che si era abbattuta su di lui e sul modello di accoglienza che era riuscito a sviluppare in questi luoghi, studiato ed apprezzato in tutto il mondo civile e democratico. Era l’estate del 2019, Lucano era decaduto da sindaco e gli era stato imposto il divieto di dimora nel suo paese. Oggi siamo di nuovo con lui, questa volta a Riace, seduti nel bar che affaccia sulla piazzetta centrale da dove, mentre parliamo, arrivano e partono in continuazione con la corriera decine di ragazze e ragazzi di tutte le nazionalità. Alcuni di loro sono tra i partecipanti ai Giochi antirazzisti che si stanno svolgendo sulla bellissima spiaggia di Riace Marina dove l’1 luglio 1998 approdarono i 220 profughi curdi che la comunità riacese, tra cui Lucano (non ancora sindaco), si prodigò ad aiutare gettando i primi semi di un progetto di accoglienza rivoluzionario che sarebbe durato quasi vent’anni.

Da poco più di un anno Lucano è stato eletto sindaco di Riace per la quarta volta, ed è europarlamentare per la lista Alleanza verdi e sinistra. Ma nel 2021 era stato condannato in primo grado a oltre 13 anni per reati molto gravi. Una condanna abnorme, insensata, tant’è che poi in Appello c’è stata la sentenza di assoluzione che ha ribaltato tutto.

Alla fine è rimasta solo una condanna per falso in atto pubblico confermata dalla Cassazione (e pena sospesa), a febbraio scorso. In mezzo a tutto ciò Riace si è anche ritrovata per un breve periodo con un sindaco leghista, poi decaduto perché si scoprì che era ineleggibile.

Mimmo, in questi sei anni sono successe tante cose… Tu sei di nuovo sindaco e finalmente libero da accuse infamanti, ma Riace? È di nuovo libera di accogliere? Riace continua ad accogliere ma non abbiamo più fondi pubblici per sostenere i migranti. L’accoglienza sopravvive con i soldi che inizialmente servivano a pagare una sanzione pecuniaria (della Corte dei conti, ndr), ma è una somma una tantum. Allora

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Scrivevo già per Avvenimenti ma sono diventato giornalista nel momento in cui è nato Left e da allora non l'ho mai mollato. Ho avuto anche la fortuna di pubblicare articoli e inchieste su altri periodici tra cui "MicroMega", "Critica liberale", "Sette", il settimanale uruguaiano "Brecha" e "Latinoamerica", la rivista di Gianni Minà. Nel web sono stato condirettore di Cronache Laiche e firmo un blog su MicroMega. Ad oggi ho pubblicato tre libri con L'Asino d'oro edizioni: Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro (2010), Chiesa e pedofilia, il caso italiano (2014) e Figli rubati. L'Italia, la Chiesa e i desaparecidos (2015); e uno con Chiarelettere, insieme a Emanuela Provera: Giustizia divina (2018).