Nei giorni in cui, riaperte le scuole, e studenti e studentesse sono tornati nelle aule, sento l’esigenza di partire da una considerazione di contesto. Stiamo correndo un rischio serio, grave, di torsione antidemocratica. Una prospettiva che per affermarsi ha bisogno dello smantellamento dei sistemi di istruzione pubblica. È la scuola, la scuola pubblica, infatti, il luogo della formazione democratica, dell’acquisizione delle competenze di cittadinanza.
Depotenziarla, svuotarla, svilirla favorisce l’avanzare dello svuotamento della qualità e della partecipazione democratica. Questo sta accadendo anche in questo nostro Paese. Sulla scuola il ministro fa solo propaganda, ogni giorno ha la sua pensata. Al di là delle fumisterie mediatiche, è in atto un tentativo di fare della scuola un’agenzia di propaganda della destra al governo. A questo servono le cd. Nuove indicazioni 2025. Nessuno aveva chiesto la messa al bando delle Indicazioni per il curriculo vigenti. Un testo equilibrato, frutto di un dibattito rappresentativo delle principali tendenze politico, pedagogiche e culturali.
Il nuovo testo si caratterizza per la sciatteria con la quale è scritto; per le numerose e importanti contraddizioni interne in cui incappa; per la sua impostazione settaria, faziosa, pedagogicamente antiquata, basti guardare alla storia o all’avversione per il paradigma della complessità; per le macroscopiche carenze: l’educazione interculturale in primis.
La scuola militante e democratica italiana però non ci sta. Si è costituito un Tavolo per la scuola democratica formato da importanti associazioni professionali dei docenti, studenti e associazioni dei genitori e dalla Flc Cgil (altre Oo. Ss non pervenute) impegnato a organizzare iniziative di mobilitazione, convegni, supporto alle scuole per l’esercizio della loro autonomia; anche in vista dell’arrivo delle Indicazioni per il secondo ciclo d’istruzione. (cfr il libro edito da Left Lotta di classe ndr)
C’è poi l’annunciato intervento sull’esame di Stato. I dettagli ci riportano
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