Ecco una selezione dei commenti pubblicati sulla nostra bacheca Facebook, in seguito alla uscita della cover di Left n.8 - RESPINGIAMOLI. Buona lettura. ** Roberto Escobar Ecco il programma politico-economico della Bonino, che non solo non è di sinistra, ma è talmente di destra da essere "sinistro". «Il debito pubblico italiano (…) è diventato una zavorra insostenibile per l’economia del paese. Per affrontare il problema proponiamo il congelamento della spesa pubblica in termini nominali per la durata della prossima legislatura insieme a una rimodulazione delle tasse con taglio delle aliquote sui redditi di persone e imprese e riduzione della spesa fiscale: in tal modo si realizzerebbe una redistribuzione di risorse dal pubblico al privato (…) Congelare la spesa nominale significa fissarne un limite invalicabile per cinque anni, il che comporta una riduzione della spesa stessa misurata sul PIL se inflazione e crescita economica sono positive. Occorre quindi tagliare uscite correnti e agevolazioni fiscali per compensare l’aumento inerziale dei costi delle pensioni, intervenendo sulla spesa corrente sulla base delle linee guida degli ex commissari alla spending review». (Fonte) Tradotto: i ricchi se la spassano, i poveri perdono quel che resta di stato sociale. Maurizio Acerbo Emma Bonino è un’esponente della destra economica neoliberista. Non è mica un’offesa. Guido Scollo Ho del pudore a giudicare la politica perseguita dalla Bonino,tutta imperniata sulla difesa dei diritti civili,dei rifugiati,dei richiedenti asilo,delle donne e così via. Ciò non di meno l'assenza nei suoi programmi del tema delle diseguaglianze economico-sociali e delle sue cause,ci obbliga a verificare se tutti i suoi propositi sono disinteressati o assoggettati al tentativo di rattoppare questo stanco ma tuttora imperante neoliberismo. Maurizio Brotini Emma Bonino rappresenta la destra liberista sul piano delle misure economico-sociali. Sia per il taglio del sistema di protezioni sociali sia per l'assoluta centralità dell'impresa. Non casualmente gode del massimo appoggio di Confindustria, memore anche delle sue storiche e ribadite convinzioni e battaglie contro le organizzazioni sindacali ed i diritti dei lavoratori e le lavoratrici. Chiedetele la posizione sulla Fornero, il Jobs Act, art. 18 e servizio sanitario nazionale universale pubblico e gratuito. Michele Prospero "Tra coloro che non se la sentono di votare Pd, c’è chi (persino tra gli eredi di Togliatti) pensa alla lista +Europa, considerandola una offerta più accettabile. La indubbia coerenza politico-culturale di Bonino, non deve occultare il programma della lista: liberale nei diritti e liberista nell’economia. La filosofia è racchiusa in un elogio degli effetti virtuosi della concorrenza per la ricchezza e opportunità”. Rita de Petra Scusate se intervengo, mi pare che non si discuta il fatto che i radicali abbiano fatto battaglie di civiltà ma farei sommessamente osservare che se le hanno vinte forse in queste battaglie c'erano anche altri; io ricordo quella sul divorzio e beh l'ho fatta anch'io e mai stata radicale. Ma in questo caso ce lo vogliamo ricordare che lei era commissaria europea col governo Berlusconi? e ditemi chi l'ha fatta la Bossi Fini? i radicali hanno forse disdegnato di governare con le destre? si rendono conto che la situazione attuale della distruzione del lavoro, della scuola asservita all'industria, della Sanità regalata ai privati, dei milioni di poveri che non possono più curasi è il frutto di una politica liberista? e loro sono liberisti! Abbiamo a cuore i migranti, ma non pensate che questo sia una parte del problema e non tutto? la Bonino vuole un'Europa che ci chiedi il respingimento e poi fa la buona perchè sembra schierarsi dalla loro parte , cura il sintomo e non la malattia, scusate. A me pare che lei con la sinistra e con un'idea di sinistra che si batte per i diritti non abbia nulla a che vedere. sarà anche una paladina dei migranti, ma se non cambiamo la nostra situazione economica cosa possiamo offrire se non l'elemosina a chi arriva da noi? e se non mettiamo mano all'Europa, a questa Europa che lei ha contribuito a costruire e che ora non mette in discussione, ho l'impressione che lei con il suo partitino rifarà una bella alleanza col PD e poi con Berlusconi e noi continueremo a discettare sulle sue buone qualità. buona giornata! Roberto Escobar Che Emma Bonino si sia impegnata e si impegni per i diritti civili e per i diritti umani è fuori di dubbio. Ed è fuori di dubbio che molti altri e altre lo abbiano fatto e lo facciano (Laura Boldrini è fra questi, da decenni). C'è però una contraddizione "radicale". La povertà e le guerre che spingono milioni di esseri umani ad abbandonare i loro paesi per salvarsi dalla morte, anche da quella per fame, sono sempre più il prodotto dell'ideologia e della pratica del neoliberismo, ossia di quella stessa pratica e ideologia che Emma Bonino da sempre fa sue. Che sia in buona fede è certo, che sbagli tragicamente lo è ancora di più. Franco Beccari Emma Bonino, la guerrafondaia ultra liberista che cerca voti utili a sinistra, non solo ha sostenuto gli interventi militari in Kosovo, Afghanistan, Iraq e Libia (per non parlare delle sue dichiarazioni pro Israele dopo “Operazione Piombo Fuso” a Gaza), ma nel suo attuale programma addirittura descrive i bombardamenti di Belgrado nel 1999 come “bombardamenti dissuasivi”. Oltre 2.500 civili uccisi, tra i quali 89 bambini, oltre 12.500 feriti. 2.300 attacchi aerei che hanno distrutto 148 edifici, 62 ponti, danneggiato 300 scuole, ospedali e istituzioni statali, così come 176 monumenti di interesse culturale e artistico. Poi, ora che è in campagna elettorale, cerca la lacrimuccia per i bambini morti in Siria. “Bombardamenti dissuasivi”. Me lo segno.  Simone Fana La Bonino con le sue ricette di politica economica alimenta la guerra tra poveri. La sua difesa dei rifugiati e' funzionale a segmentare e dividere I lavoratori e lavoratrici tra loro. D'altronde per una che considera necessaria una politica di taglio alla spesa pubblica (ancora!!) cioè di riduzione del welfare, sanità, pensioni e scuola, e' abbastanza evidente che la sua difesa e' funzionale a garantire l'esistenza di cittadini di serie A (titolari di diritti sociali, politici e civili) e cittadini di serie B (esercito industriale di riserva). Riflettiamo un attimo. Congelamento spesa pubblica significa crescita bassa e diseguale, quello che avviene oggi. Senza investimenti pubblici il Paese non riparte, ormai lo dice anche il Fmi non I bolscevichi di Kronstadt, quindi in una prospettiva di crescita del lavoro povero e della povertà come probabile in un ciclo economico che rischia di arrestarsi dopo aver avuto una congiuntura positiva, congelamento della spesa = tagli a sanità, pensioni, scuola, università. Non voglio credere che si pensi che la ricetta del governo e cioè la crescita si stimola riducendo i salari dei lavoratori e delle lavoratrici abbia prodotto dei frutti. Non lo voglio neanche pensare che possa davvero resistere cosi duramente alla realtà. Simona Baldanzi Dire che Emma Bonino é per il neoliberismo diventa una specie di bestemmia? Per quale motivo? Su quella barca ci sale da sola difendendo le politiche liberiste, sostenendo le missioni di guerra che poi schiacciano i profughi, difendendo le politiche di austerity e tagli al welfare dell’Europa ecc. Non c’è niente di personale, non ci sono offese, non significa dimenticare le battaglie civili dei radicali, ma anzi evidenziarne le contraddizioni e porre l’attenzione alla chiara volontà di salire su quella barca e di sentirsi pure a proprio agio. Stefano Iannaccone L'idea del voto utile contro le destre, scegliendo un partito che ha fatto politiche di destra sull'immigrazione, non mi convince. Emma Bonino merita rispetto, ma non si può assumere come esempio di coerenza. Né come esponente di sinistra. Luciano Belli Paci Non ho mai capito la fascinazione di una parte dell'opinione pubblica di sinistra per la Bonino. Il personaggio è modesto, non per nulla ha fatto per decenni da spalla al santone logorroico. Sul piano politico è del tutto evidente che, se si determinasse quel bipartitismo che la Bonino auspica, lei starebbe sempre con la destra thatcheriana e reaganiana, contrapposta a qualunque sinistra socialista e antiliberista. La sua posizione sui migranti a me pare del tutto coerente: per i "liberali" come lei il lavoro è una merce come le altre, sicché deve essere garantita la libera circolazione dei lavoratori in un mercato che si presume perfetto. Non è una questione umanitaria e men che meno una questione sociale. Del resto, per la sua ideologia la società non esiste, esistono solo gli individui. Che molti elettori stiano pensando di votare la lista Bonino per punire la deriva destrorsa del Pd è un fatto che la dice lunga sul collasso della cultura politica in questo nostro sfortunato Paese. Roberto Musacchio Io penso che in questi 30 anni stiamo conoscendo un fenomeno col quale si fa ancora fatica a fare i conti: il divorzio tra capitalismo e democrazia. Questa è la contraddizione in cui sta anche Bonino. Appoggiare il neoliberismo e l'austerità e pensare che ciò possa convivere con i diritti dei migranti e delle persone in genere mi sembra privo di senso reale. Il sistema che si è andato affermando spinge pesantemente verso la guerra tra gli ultimi. E la UE è in totale contraddizione con l'idea di una Europa democratica, ne è nemica. Avendo qualche anno mi colpisce che mentre c'è chi a sinistra sta finalmente ponendo il nesso stretto tra libertà individuali e sociali al contrario Bonino non colga ciò che, per dirla con Popper, falsifica il suo discorso. Devo dire anche che gli accordi politicistici che ha realizzato mi sembrano il contrario della riforma della politica che sarebbe necessaria. Accordi che riproducono il quadro che ha determinato leggi pessime e impedito quelle buone. Persio Tincani Nessuno nega che lei sia stata (o sia ancora, non lo so) a favore dell'estensione dei diritti di libertà, che chiamiamo diritti civili proprio perché la loro estensione è ritenuta un segno di civiltà. Tuttavia, se abbiamo il divorzio e l'interruzione volontaria di gravidanza non è certo stato per il 3% che ci hanno messo i radicali, ma perché la grande maggioranza dei cittadini li ha voluti. Per fare solo un piccolo esempio, la Dc, ai tempi, invitava a votare Sì al referendum sul divorzio, ma gli stessi elettori della Dc non diedero ascolto a Fanfani e, in gran parte, votarono No. Inoltre, e questo è per me il punto più grave, i diritti di libertà non sono diritti gratuiti, né diritti che si realizzano per il solo fatto che per legge siano istituiti. Senza i diritti sociali, senza il welfare che Bonino vede come il fumo negli occhi, si risolvono nel diritto di morire di fame. E questo lo notava Hayek, un liberista, non un marxista. Infine, la vulgata di propaganda che vuole che alla deregolamentazione dei mercati segua il mondo del benessere per tutti, è semplicemente una falsità. Basta pensare a come lavorano adesso i giovani, quelli che hanno questi meravigliosi contratti frutto della (semplifico) deregolamentazione e quali reali prospettive di vita e di benessere abbiano. O alla facilità con la quale si liquida con "beh, è il mercato che è cambiato" il fatto che una fabbrica venga chiusa per essere spostata dove il lavoro costa meno o dove le regole sono meno onerose per i proprietari, con quel che ne segue in termini di reddito, ricchezza e prospettive dei lavoratori, che finiscono in mezzo a una strada. Era un filosofo marxista quello che diceva che se la teoria non corrisponde al mondo reale, allora tanto peggio per il mondo reale. Non mi pare che sia diverso da quello che dicono i profeti della deregolamentazione, Bonino tra questi. Francesco Somaini A Bonino credo si possa senz’altro rimproverare la relativa disinvoltura con cui si è talora accostata anche ad opzioni politiche in aperto contrasto con molte delle sue battaglie civili e di libertà. Ma, a parte questo, mi pare che il suo attuale sostegno entusiasta alle politiche rigoriste di quest'Europa (l'Europa così com’è, e non come si vorrebbe che fosse) implichi di fatto un'adesione del tutto acritica all'ideologia mercatista che sottende quelle politiche. Non si tratta certo di essere dei fan dello spreco fine a se stesso. Ma è abbastanza evidente che dietro la cultura del rigore esasperato vi è in realtà un'ideologia facilmente riconoscibile. E un’ideologia che si fonda sull'assunto che tutto ciò che è pubblico è male e sbagliato, e che non si dovrebbe nemmeno pensare a governare, regolare e disciplinare i mercati (riequilibrandone le storture), mentre questi dovrebbero piuttosto essere lasciati liberi di regolarsi da sé. Ma questo approccio liberista, che si potrebbe efficacemente riassumere nella celebre formula della "libera volpe in libero pollaio", è in realtà molto lontano, e direi quasi incompatibile con quella cultura liberale e libertaria cui Bonino si è in altre circostanze ispirata. Perché il punto è che se la libertà non è di tutti, ma solo di pochi, e se non si coniuga con l'eguaglianza, cioè l'eguaglianza per tutti delle opportunità, dei diritti e delle garanzie, allora quella libertà non è più libertà, ma privilegio. E la cultura del privilegio è una cultura di Destra bell'e buona. C'è poco da dire, mi pare. Federico Oliveri La Bonino è una figura complessa: certamente sul fronte dei diritti civili, e dei diritti umani, compresi dei migranti, ha proposte anche interessanti; ma sul fronte economico-sociale, propone una politica di austerità che neanche il governo Monti. Mi sembra espressione di una borghesia libertaria ma duramente liberista. D'altra parte, sono stati i radicali a proporre nel 2000 un referendum per abolire l'articolo 18, e per abolire il 25% di quota proporzionale dell'allora Mattarellum in nome del maggioritario puro. Per questo, sì, anche lei merita di essere respinta, se vogliamo sopravvivere alla crisi. Elsa Fornero, causa di enormi sofferenze sociali con le sue riforme del lavoro e pensionistiche, oltre che con il congelamento delle pensioni accompagnate dalle famose lacrime, voterà per Emma Bonino. Credo non serva aggiungere altro. Adriana Miniati Anche secondo me Emma Bonino si può definirla ultraliberista da sempre , libertaria quanto basta ma non in modo continuativo, ( io sono una ex sessantottina) ; una liberale in politica con l aggravante dello zelo liberista.... Per di più le è sempre piaciuto il potere e le sue scelte suddette la hanno sempre collocata nel cosiddetto " ceto dominante" di cui ha sempre colto e rappresentato umori e tendenze e poi scelte politiche non virtuali. Anche in politica estera sa scegliere sempre bene fra i vincitori certi di tutti gli scontri epocali .....fra Israele e Palestina il suo cuore gronda per lo strapotente e prepotente Israele ...... Insomma la maggioranza di noi l'hanno vista bene nella barca di Vauro. Left Ricordiamo bene quanto e come la Bonino ha criticato il decreto e la legge Minniti. Tuttavia è altrettanto indiscutibile che il neoliberismo è alla radice delle migrazioni forzate. Pertanto ci riteniamo in pieno diritto di criticare il programma politico di matrice neoliberista di +Europa e la scelta di coalizzarsi con il partito che ha partorito la legge Minniti.

Ecco una selezione dei commenti pubblicati sulla nostra bacheca Facebook, in seguito alla uscita della cover di Left n.8 – RESPINGIAMOLI. Buona lettura.

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Roberto Escobar Ecco il programma politico-economico della Bonino, che non solo non è di sinistra, ma è talmente di destra da essere “sinistro”.

«Il debito pubblico italiano (…) è diventato una zavorra insostenibile per l’economia del paese. Per affrontare il problema proponiamo il congelamento della spesa pubblica in termini nominali per la durata della prossima legislatura insieme a una rimodulazione delle tasse con taglio delle aliquote sui redditi di persone e imprese e riduzione della spesa fiscale: in tal modo si realizzerebbe una redistribuzione di risorse dal pubblico al privato (…) Congelare la spesa nominale significa fissarne un limite invalicabile per cinque anni, il che comporta una riduzione della spesa stessa misurata sul PIL se inflazione e crescita economica sono positive. Occorre quindi tagliare uscite correnti e agevolazioni fiscali per compensare l’aumento inerziale dei costi delle pensioni, intervenendo sulla spesa corrente sulla base delle linee guida degli ex commissari alla spending review». (Fonte)

Tradotto: i ricchi se la spassano, i poveri perdono quel che resta di stato sociale.

Maurizio Acerbo Emma Bonino è un’esponente della destra economica neoliberista. Non è mica un’offesa.

Guido Scollo Ho del pudore a giudicare la politica perseguita dalla Bonino,tutta imperniata sulla difesa dei diritti civili,dei rifugiati,dei richiedenti asilo,delle donne e così via. Ciò non di meno l’assenza nei suoi programmi del tema delle diseguaglianze economico-sociali e delle sue cause,ci obbliga a verificare se tutti i suoi propositi sono disinteressati o assoggettati al tentativo di rattoppare questo stanco ma tuttora imperante neoliberismo.

Maurizio Brotini Emma Bonino rappresenta la destra liberista sul piano delle misure economico-sociali. Sia per il taglio del sistema di protezioni sociali sia per l’assoluta centralità dell’impresa. Non casualmente gode del massimo appoggio di Confindustria, memore anche delle sue storiche e ribadite convinzioni e battaglie contro le organizzazioni sindacali ed i diritti dei lavoratori e le lavoratrici. Chiedetele la posizione sulla Fornero, il Jobs Act, art. 18 e servizio sanitario nazionale universale pubblico e gratuito.

Michele Prospero “Tra coloro che non se la sentono di votare Pd, c’è chi (persino tra gli eredi di Togliatti) pensa alla lista +Europa, considerandola una offerta più accettabile. La indubbia coerenza politico-culturale di Bonino, non deve occultare il programma della lista: liberale nei diritti e liberista nell’economia. La filosofia è racchiusa in un elogio degli effetti virtuosi della concorrenza per la ricchezza e opportunità”.

Rita de Petra Scusate se intervengo, mi pare che non si discuta il fatto che i radicali abbiano fatto battaglie di civiltà ma farei sommessamente osservare che se le hanno vinte forse in queste battaglie c’erano anche altri; io ricordo quella sul divorzio e beh l’ho fatta anch’io e mai stata radicale. Ma in questo caso ce lo vogliamo ricordare che lei era commissaria europea col governo Berlusconi? e ditemi chi l’ha fatta la Bossi Fini? i radicali hanno forse disdegnato di governare con le destre? si rendono conto che la situazione attuale della distruzione del lavoro, della scuola asservita all’industria, della Sanità regalata ai privati, dei milioni di poveri che non possono più curasi è il frutto di una politica liberista? e loro sono liberisti! Abbiamo a cuore i migranti, ma non pensate che questo sia una parte del problema e non tutto? la Bonino vuole un’Europa che ci chiedi il respingimento e poi fa la buona perchè sembra schierarsi dalla loro parte , cura il sintomo e non la malattia, scusate. A me pare che lei con la sinistra e con un’idea di sinistra che si batte per i diritti non abbia nulla a che vedere. sarà anche una paladina dei migranti, ma se non cambiamo la nostra situazione economica cosa possiamo offrire se non l’elemosina a chi arriva da noi? e se non mettiamo mano all’Europa, a questa Europa che lei ha contribuito a costruire e che ora non mette in discussione, ho l’impressione che lei con il suo partitino rifarà una bella alleanza col PD e poi con Berlusconi e noi continueremo a discettare sulle sue buone qualità. buona giornata!

Roberto Escobar Che Emma Bonino si sia impegnata e si impegni per i diritti civili e per i diritti umani è fuori di dubbio. Ed è fuori di dubbio che molti altri e altre lo abbiano fatto e lo facciano (Laura Boldrini è fra questi, da decenni). C’è però una contraddizione “radicale”. La povertà e le guerre che spingono milioni di esseri umani ad abbandonare i loro paesi per salvarsi dalla morte, anche da quella per fame, sono sempre più il prodotto dell’ideologia e della pratica del neoliberismo, ossia di quella stessa pratica e ideologia che Emma Bonino da sempre fa sue. Che sia in buona fede è certo, che sbagli tragicamente lo è ancora di più.

Franco Beccari Emma Bonino, la guerrafondaia ultra liberista che cerca voti utili a sinistra, non solo ha sostenuto gli interventi militari in Kosovo, Afghanistan, Iraq e Libia (per non parlare delle sue dichiarazioni pro Israele dopo “Operazione Piombo Fuso” a Gaza), ma nel suo attuale programma addirittura descrive i bombardamenti di Belgrado nel 1999 come “bombardamenti dissuasivi”. Oltre 2.500 civili uccisi, tra i quali 89 bambini, oltre 12.500 feriti. 2.300 attacchi aerei che hanno distrutto 148 edifici, 62 ponti, danneggiato 300 scuole, ospedali e istituzioni statali, così come 176 monumenti di interesse culturale e artistico. Poi, ora che è in campagna elettorale, cerca la lacrimuccia per i bambini morti in Siria. “Bombardamenti dissuasivi”. Me lo segno. 

Simone Fana La Bonino con le sue ricette di politica economica alimenta la guerra tra poveri. La sua difesa dei rifugiati e’ funzionale a segmentare e dividere I lavoratori e lavoratrici tra loro. D’altronde per una che considera necessaria una politica di taglio alla spesa pubblica (ancora!!) cioè di riduzione del welfare, sanità, pensioni e scuola, e’ abbastanza evidente che la sua difesa e’ funzionale a garantire l’esistenza di cittadini di serie A (titolari di diritti sociali, politici e civili) e cittadini di serie B (esercito industriale di riserva). Riflettiamo un attimo. Congelamento spesa pubblica significa crescita bassa e diseguale, quello che avviene oggi. Senza investimenti pubblici il Paese non riparte, ormai lo dice anche il Fmi non I bolscevichi di Kronstadt, quindi in una prospettiva di crescita del lavoro povero e della povertà come probabile in un ciclo economico che rischia di arrestarsi dopo aver avuto una congiuntura positiva, congelamento della spesa = tagli a sanità, pensioni, scuola, università. Non voglio credere che si pensi che la ricetta del governo e cioè la crescita si stimola riducendo i salari dei lavoratori e delle lavoratrici abbia prodotto dei frutti. Non lo voglio neanche pensare che possa davvero resistere cosi duramente alla realtà.

Simona Baldanzi Dire che Emma Bonino é per il neoliberismo diventa una specie di bestemmia? Per quale motivo? Su quella barca ci sale da sola difendendo le politiche liberiste, sostenendo le missioni di guerra che poi schiacciano i profughi, difendendo le politiche di austerity e tagli al welfare dell’Europa ecc. Non c’è niente di personale, non ci sono offese, non significa dimenticare le battaglie civili dei radicali, ma anzi evidenziarne le contraddizioni e porre l’attenzione alla chiara volontà di salire su quella barca e di sentirsi pure a proprio agio.

Stefano Iannaccone L’idea del voto utile contro le destre, scegliendo un partito che ha fatto politiche di destra sull’immigrazione, non mi convince. Emma Bonino merita rispetto, ma non si può assumere come esempio di coerenza. Né come esponente di sinistra.

Luciano Belli Paci Non ho mai capito la fascinazione di una parte dell’opinione pubblica di sinistra per la Bonino. Il personaggio è modesto, non per nulla ha fatto per decenni da spalla al santone logorroico. Sul piano politico è del tutto evidente che, se si determinasse quel bipartitismo che la Bonino auspica, lei starebbe sempre con la destra thatcheriana e reaganiana, contrapposta a qualunque sinistra socialista e antiliberista. La sua posizione sui migranti a me pare del tutto coerente: per i “liberali” come lei il lavoro è una merce come le altre, sicché deve essere garantita la libera circolazione dei lavoratori in un mercato che si presume perfetto. Non è una questione umanitaria e men che meno una questione sociale. Del resto, per la sua ideologia la società non esiste, esistono solo gli individui. Che molti elettori stiano pensando di votare la lista Bonino per punire la deriva destrorsa del Pd è un fatto che la dice lunga sul collasso della cultura politica in questo nostro sfortunato Paese.

Roberto Musacchio Io penso che in questi 30 anni stiamo conoscendo un fenomeno col quale si fa ancora fatica a fare i conti: il divorzio tra capitalismo e democrazia. Questa è la contraddizione in cui sta anche Bonino. Appoggiare il neoliberismo e l’austerità e pensare che ciò possa convivere con i diritti dei migranti e delle persone in genere mi sembra privo di senso reale. Il sistema che si è andato affermando spinge pesantemente verso la guerra tra gli ultimi. E la UE è in totale contraddizione con l’idea di una Europa democratica, ne è nemica. Avendo qualche anno mi colpisce che mentre c’è chi a sinistra sta finalmente ponendo il nesso stretto tra libertà individuali e sociali al contrario Bonino non colga ciò che, per dirla con Popper, falsifica il suo discorso. Devo dire anche che gli accordi politicistici che ha realizzato mi sembrano il contrario della riforma della politica che sarebbe necessaria. Accordi che riproducono il quadro che ha determinato leggi pessime e impedito quelle buone.

Persio Tincani Nessuno nega che lei sia stata (o sia ancora, non lo so) a favore dell’estensione dei diritti di libertà, che chiamiamo diritti civili proprio perché la loro estensione è ritenuta un segno di civiltà. Tuttavia, se abbiamo il divorzio e l’interruzione volontaria di gravidanza non è certo stato per il 3% che ci hanno messo i radicali, ma perché la grande maggioranza dei cittadini li ha voluti. Per fare solo un piccolo esempio, la Dc, ai tempi, invitava a votare Sì al referendum sul divorzio, ma gli stessi elettori della Dc non diedero ascolto a Fanfani e, in gran parte, votarono No. Inoltre, e questo è per me il punto più grave, i diritti di libertà non sono diritti gratuiti, né diritti che si realizzano per il solo fatto che per legge siano istituiti. Senza i diritti sociali, senza il welfare che Bonino vede come il fumo negli occhi, si risolvono nel diritto di morire di fame. E questo lo notava Hayek, un liberista, non un marxista. Infine, la vulgata di propaganda che vuole che alla deregolamentazione dei mercati segua il mondo del benessere per tutti, è semplicemente una falsità. Basta pensare a come lavorano adesso i giovani, quelli che hanno questi meravigliosi contratti frutto della (semplifico) deregolamentazione e quali reali prospettive di vita e di benessere abbiano. O alla facilità con la quale si liquida con “beh, è il mercato che è cambiato” il fatto che una fabbrica venga chiusa per essere spostata dove il lavoro costa meno o dove le regole sono meno onerose per i proprietari, con quel che ne segue in termini di reddito, ricchezza e prospettive dei lavoratori, che finiscono in mezzo a una strada. Era un filosofo marxista quello che diceva che se la teoria non corrisponde al mondo reale, allora tanto peggio per il mondo reale. Non mi pare che sia diverso da quello che dicono i profeti della deregolamentazione, Bonino tra questi.

Francesco Somaini A Bonino credo si possa senz’altro rimproverare la relativa disinvoltura con cui si è talora accostata anche ad opzioni politiche in aperto contrasto con molte delle sue battaglie civili e di libertà. Ma, a parte questo, mi pare che il suo attuale sostegno entusiasta alle politiche rigoriste di quest’Europa (l’Europa così com’è, e non come si vorrebbe che fosse) implichi di fatto un’adesione del tutto acritica all’ideologia mercatista che sottende quelle politiche. Non si tratta certo di essere dei fan dello spreco fine a se stesso. Ma è abbastanza evidente che dietro la cultura del rigore esasperato vi è in realtà un’ideologia facilmente riconoscibile. E un’ideologia che si fonda sull’assunto che tutto ciò che è pubblico è male e sbagliato, e che non si dovrebbe nemmeno pensare a governare, regolare e disciplinare i mercati (riequilibrandone le storture), mentre questi dovrebbero piuttosto essere lasciati liberi di regolarsi da sé. Ma questo approccio liberista, che si potrebbe efficacemente riassumere nella celebre formula della “libera volpe in libero pollaio”, è in realtà molto lontano, e direi quasi incompatibile con quella cultura liberale e libertaria cui Bonino si è in altre circostanze ispirata. Perché il punto è che se la libertà non è di tutti, ma solo di pochi, e se non si coniuga con l’eguaglianza, cioè l’eguaglianza per tutti delle opportunità, dei diritti e delle garanzie, allora quella libertà non è più libertà, ma privilegio. E la cultura del privilegio è una cultura di Destra bell’e buona. C’è poco da dire, mi pare.

Federico Oliveri La Bonino è una figura complessa: certamente sul fronte dei diritti civili, e dei diritti umani, compresi dei migranti, ha proposte anche interessanti; ma sul fronte economico-sociale, propone una politica di austerità che neanche il governo Monti. Mi sembra espressione di una borghesia libertaria ma duramente liberista. D’altra parte, sono stati i radicali a proporre nel 2000 un referendum per abolire l’articolo 18, e per abolire il 25% di quota proporzionale dell’allora Mattarellum in nome del maggioritario puro. Per questo, sì, anche lei merita di essere respinta, se vogliamo sopravvivere alla crisi. Elsa Fornero, causa di enormi sofferenze sociali con le sue riforme del lavoro e pensionistiche, oltre che con il congelamento delle pensioni accompagnate dalle famose lacrime, voterà per Emma Bonino. Credo non serva aggiungere altro.

Adriana Miniati Anche secondo me Emma Bonino si può definirla ultraliberista da sempre , libertaria quanto basta ma non in modo continuativo, ( io sono una ex sessantottina) ; una liberale in politica con l aggravante dello zelo liberista…. Per di più le è sempre piaciuto il potere e le sue scelte suddette la hanno sempre collocata nel cosiddetto ” ceto dominante” di cui ha sempre colto e rappresentato umori e tendenze e poi scelte politiche non virtuali. Anche in politica estera sa scegliere sempre bene fra i vincitori certi di tutti gli scontri epocali …..fra Israele e Palestina il suo cuore gronda per lo strapotente e prepotente Israele …… Insomma la maggioranza di noi l’hanno vista bene nella barca di Vauro.

Left Ricordiamo bene quanto e come la Bonino ha criticato il decreto e la legge Minniti. Tuttavia è altrettanto indiscutibile che il neoliberismo è alla radice delle migrazioni forzate. Pertanto ci riteniamo in pieno diritto di criticare il programma politico di matrice neoliberista di +Europa e la scelta di coalizzarsi con il partito che ha partorito la legge Minniti.