Centodieci miglia a piedi per protesta, da Tusla a Oklahoma City. It’ s for the kids, don’t give up. È per i ragazzi, non mollate: 125 insegnanti americani hanno marciato per sette giorni no stop, quando si sono accorti che i fondi statali non sarebbero stati stanziati. Né per loro, né per i loro studenti. Né per le loro scuole, né per le loro famiglie. E allora tutti i professori d’Oklahoma hanno iniziato a scioperare.
Sedie vuote, in aule vuote, in classi vuote. In Oklahoma non si va a scuola. Molte rimangono chiuse da due settimane nei più grandi distretti della regione per il walkout, lo sciopero selvaggio indetto dai professori per carenza di fondi assegnati. È la seconda settimana che i teachers fanno pressione ai legislators per ottenere più finanziamenti per progetti scolastici e per l’aumento dei loro salari.
Secondo il Bureau of Labor Statistics, gli insegnanti dello Stato del centro sud degli Usa vengono pagati 20mila dollari in meno rispetto alla media degli insegnanti del resto della nazione. L’ultimo aumento approvato ammontava a 6.100 dollari annui, ma per i professori non è abbastanza: ne richiedono almeno 10mila, quanto basta per non doversi trovare un doppio lavoro. Il salario degli insegnanti in Oklahoma è il terzo più basso nel Paese: solo in Mississippi e South Dakota i professori guadagnano di meno. Nel loro Stato classi troppo numerose sono state accorpate in aule che vanno in pezzi, come le edizioni obsolete e non aggiornate dei libri di testo. Tutto è “unfit for learning”, tutto è inadatto ad imparare.
Secondo il report del Center on Budget and Policy Priorities, lo Stato americano ha tagliato mille dollari di finanziamento per ogni studente negli ultimi nove anni, ovvero il 28 per cento; dopo aver dimezzato le tasse per le compagnie petrolifere e del gas, i legislatori hanno ridotto il fondo destinato all’educazione. Nel resto d’America 29 Stati per i loro studenti hanno stanziato nel 2015 meno fondi che nel 2008.
Seguendo l’esempio dei colleghi in Arizona, Kentucky, West Virginia, – dove i salari dell’anno scolastico 2016/17 sono stati più bassi di quelli del 1999/2000 -, gli insegnanti di Oklahoma city hanno deciso di scioperare «perché siamo lavoratori dello Stato, ma lo Stato lavora contro di noi». E quando torneranno in aula non è chiaro.
Tornando alla “march for education”, ad Oklahoma City hanno partecipato almeno 50mila persone. Alicia Priest, del sindacato degli insegnanti e presidente dell’associazione per l’educazione in Oklahoma, ha detto: «gli insegnati sono qui, i genitori sono qui, la comunità è qui fuori, perché pensano che le cose possano cambiare. The “momentum” is on our side, è dalla nostra parte».