C’è questa notizia che riempie tutte le pagine dei media progressisti che consiste, in pratica, nell’invito a cena di Carlo Calenda a Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti per ricostruire la sinistra. L’invito, garbato e pudicamente tenuto riservato sparandolo su twitter, dovrebbe rassicurare gli elettori del centrosinistra sul fatto che finalmente si muova qualcosa. Che quel qualcosa siano quattro persone sventolate come slogan potrebbe indurre ad avere qualche dubbio se non fosse che il candidato segretario Zingaretti ha pensato bene di rispondere con una cena in trattoria “con un operaio, uno studente, un professore e un imprenditore” (citando testualmente Zingaretti) che rende la vicenda ancora più paradossale. In attesa che le intenzioni politiche prossime venture sian svelate con i due rispettivi menù non ci resta come notare che le altezze insistono nel riunirsi tra loro disinteressandosi delle basi contribuendo, se possibile, alla già avviatissima disaffezione.
A proposito di cibi, portate e stomaci pieni intanto a Lodi, ridente cittadina che fu di Guerini e ora è in mano alla Lega (ma va?), la sindaca leghista ha deciso di inserire una clausola valida solo per gli extracomunitari per accedere ai servizi socio-sanitari come mensa, asili nido e scuolabus: chi è residente (legalmente e di diritto) in Italia deve dimostrare di non avere beni e redditi nel proprio Paese di origine. Nel malaugurato (e frequentissimo caso) in cui la nazione di provenienza sia tutt’altro che un’oliata democrazia con diligenti uffici in grado di rilasciare certificazioni questi lodigiani meno lodigiani degli altri dovranno accontentarsi di pagare la quota massima, la stessa delle più benestanti famiglie della città.
L’idea dell’extracomunitario che nasconde lingotti d’oro e ville con piscina in quel paradiso che è l’Eritrea o qualche altro Paese africano rientra perfettamente nella narrazione (razzista, sì razzista) di Salvini e i suoi servetti: se sei povero devi dimostrare di essere povero altrimenti sei solo uno che viene qui a sbafo, lavora in nero per i lodigianissimi imprenditori, pulisce le lodigianissime nonne e nasconde d’esser ricco. Un piccolo particolare: per gli italiani, invece, al sindaco di Lodi basta una semplice autocertificazione.
Ecco i tavoli in cui si svolge la storia. La nostra storia.
Buon appetito. E buon martedì.